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Sam Altman, CEO di OpenAI, ha espresso con forza la visione dell’azienda nel perseguire lo sviluppo di un’intelligenza artificiale generale (AGI), in risposta alla recente intensa campagna di reclutamento di talenti portata avanti da Meta. Altman ha distinto due tipi di lavoratori nel settore tecnologico: da un lato i “mercenari”, ossia coloro che si spostano da un’azienda all’altra principalmente per motivi economici, e dall’altro i “missionari”, coloro che invece rimangono fedeli a un obiettivo più grande e condiviso, come la realizzazione dell’AGI. Secondo lui, saranno proprio questi ultimi, guidati da un forte senso di missione, a prevalere nel lungo termine.

In un messaggio interno inviato ai ricercatori di OpenAI il primo luglio, Altman ha sottolineato che l’unica vera strada per costruire una vera intelligenza artificiale generale è restare in OpenAI. Ha ricordato come l’azienda sia passata dall’essere un gruppo di “nerd in disparte” a diventare uno dei protagonisti più rilevanti nel mondo della tecnologia globale.

Altman ha commentato con una certa fermezza il fenomeno dei dipendenti che hanno scelto di andare a lavorare in Meta, definendoli “mercenari”. Ha detto di essere orgoglioso del fatto che l’intero settore si stia muovendo con un autentico senso di missione, anche se riconosce che ci saranno sempre persone attratte principalmente dal denaro. Tuttavia, è convinto che alla fine saranno i missionari a vincere questa sfida.

Inoltre, Altman ha espresso fiducia nel futuro finanziario di OpenAI, prevedendo che il valore delle azioni della sua azienda supererà quello di Meta. Questo perché, ha spiegato, OpenAI non vede l’AGI come un semplice mezzo per un fine, ma come un obiettivo finale in sé, caratterizzato da una cultura e da un team unici nel loro genere.

Ha sottolineato come Meta, al contrario, continuerà a inseguire nuove mode o a difendere le proprie piattaforme esistenti, mentre OpenAI lavorerà con calma e costanza per migliorare ogni giorno le proprie capacità.

Tuttavia, Altman ha anche messo in guardia dai possibili problemi culturali che potrebbero derivare dalla strategia di Meta, basata sul reclutamento aggressivo e sull’investimento finanziario. Ha definito queste pratiche “un po’ spiacevoli” e ha previsto che la situazione diventerà sempre più caotica. Nonostante Meta abbia effettivamente attratto talenti importanti, Altman ha ridimensionato l’impatto di questi spostamenti, sostenendo che i principali ricercatori desiderosi di contribuire alla missione di OpenAI sono ancora con loro.

Questi commenti sono arrivati pochi giorni dopo che Mark Zuckerberg ha annunciato il lancio del Meta Superintelligence Lab, un nuovo laboratorio che ha visto l’ingresso di otto persone provenienti da OpenAI.

Dalle dichiarazioni raccolte tra i dipendenti di OpenAI, compresi quelli che hanno lavorato in Meta, emerge una critica verso la strategia di quest’ultima, definita come poco stabile e mutevole. Al contrario, molti lodano l’ambiente unico e stimolante di OpenAI, descritto come “strano” ma soprattutto come una “culla di innovazione” e un luogo ricco di possibilità senza limiti.

Di Fantasy