Per decenni, la Legge di Moore ha rappresentato una bussola per l’industria tecnologica, prevedendo che il numero di transistor nei circuiti integrati sarebbe raddoppiato ogni due anni, portando a una crescita esponenziale della potenza di calcolo e a una riduzione dei costi. Questa previsione si è dimostrata accurata per gran parte del XX secolo, alimentando innovazioni che hanno trasformato la nostra società. Tuttavia, negli ultimi anni, si è assistito a un rallentamento di questa tendenza, sollevando interrogativi sul futuro del progresso tecnologico e sull’emergere di nuove paradigmi, come la singolarità dell’intelligenza artificiale (IA).​

La Legge di Moore, formulata nel 1965 da Gordon Moore, co-fondatore di Intel, ha descritto una tendenza secondo cui il numero di transistor su un chip sarebbe raddoppiato ogni due anni, aumentando così la potenza di calcolo e riducendo i costi. Questo modello ha guidato l’industria dei semiconduttori per oltre cinque decenni, ma recentemente ha mostrato segni di rallentamento. Le sfide ingegneristiche e i limiti fisici nella miniaturizzazione dei transistor hanno reso sempre più difficile mantenere il ritmo previsto. Di conseguenza, l’industria ha iniziato a esplorare alternative per sostenere l’innovazione tecnologica. ​

Con il rallentamento della Legge di Moore, l’attenzione si è spostata verso nuove metodologie per migliorare le prestazioni dei sistemi informatici. Una di queste è l’apprendimento automatico, una branca dell’IA che consente alle macchine di imparare dai dati e migliorare le proprie prestazioni senza essere esplicitamente programmate. Questo approccio ha portato allo sviluppo di macchine autoapprendenti, capaci di adattarsi e ottimizzare il proprio funzionamento in base all’esperienza accumulata. Queste tecnologie stanno rivoluzionando settori come la medicina, la finanza e la produzione industriale, offrendo soluzioni più efficienti e personalizzate. ​

La singolarità tecnologica è un concetto che si riferisce a un punto ipotetico nel futuro in cui l’IA supererà l’intelligenza umana, portando a una crescita tecnologica incontrollabile e imprevedibile. Questo scenario solleva questioni etiche e filosofiche sul ruolo dell’uomo in un mondo dominato dalle macchine. Alcuni esperti vedono nella singolarità un’opportunità per risolvere problemi complessi, mentre altri temono le possibili conseguenze di una superintelligenza fuori controllo. La comunità scientifica è divisa su quando e se questa singolarità si verificherà, ma il dibattito continua a stimolare riflessioni profonde sul nostro rapporto con la tecnologia.

Di Fantasy