Un caso insolito sta accadendo a Cheyenne, Wyoming, dove un candidato sindaco ha dichiarato di essere “ChatGPT”. In realtà, sulla scheda elettorale appare il nome di una persona, ma il candidato ha spiegato che è solo un avatar di un chatbot AI.
Victor Miller, un bibliotecario di 42 anni, ha annunciato che se sarà eletto, gestirà la città utilizzando un chatbot chiamato “VIC”. Secondo Miller, VIC aiuterà a mantenere l’obiettività e a gestire grandi volumi di documentazione senza errori.
Durante la campagna, VIC ha spiegato che l’AI sarà utilizzata per raccogliere dati sull’opinione pubblica e per rispondere ai cittadini. Tuttavia, la commissione elettorale della città ha sollevato “serie preoccupazioni” perché i candidati devono essere persone reali, non chatbot. Inoltre, OpenAI, l’organizzazione dietro ChatGPT, ha chiuso l’account di Miller, poiché la sua tecnologia non può essere utilizzata per scopi politici. Miller ha creato un nuovo account per il chatbot, sostenendo che l’intelligenza artificiale dovrebbe essere parte del futuro delle elezioni.
Questa non è la prima volta che i chatbot AI compaiono in elezioni; in Gran Bretagna, un avatar AI aveva tentato di candidarsi per un’elezione nazionale, ma era stato sconfitto. Questo è però il primo caso di un’AI in una candidatura politica negli Stati Uniti.
Gli esperti avvertono che i chatbot AI, privi di morale e capacità di fare scelte soggettive, potrebbero fornire informazioni errate agli elettori e rappresentare un rischio per la democrazia.