OpenAI sta affrontando calcoli complessi riguardanti la distribuzione delle azioni di Microsoft (MS), il suo maggiore investitore, e la gestione delle azioni detenute dal CEO Sam Altman e dagli altri dirigenti e dipendenti dell’azienda, a seguito della sua trasformazione in una società a scopo di lucro. Questa transizione è rara per un’organizzazione precedentemente senza scopo di lucro e deve essere gestita con attenzione per evitare indagini da parte delle autorità di regolamentazione.

Il Wall Street Journal ha riportato che OpenAI e Microsoft hanno assunto rispettivamente Goldman Sachs e Morgan Stanley per rivedere l’allocazione azionaria dopo questa conversione.

Microsoft ha già investito 750 milioni di dollari nell’ultimo round di finanziamenti, dopo aver investito 3 miliardi di dollari nel 2021 e 10 miliardi di dollari nel 2023, per un totale di 13,75 miliardi di dollari. Sebbene non si sappia quale sia esattamente la percentuale di azioni posseduta da Microsoft, fino all’anno scorso deteneva circa il 49% delle azioni, rimanendo il maggiore azionista.

La trasformazione in una società commerciale comporta procedure complesse. OpenAI ha deciso di restituire i profitti ad alcuni investitori quando diventerà una società commerciale, e il modo in cui verrà effettuato influenzerà anche le azioni di Microsoft. Inoltre, è importante non solo determinare quante azioni verranno concesse al CEO Altman, che attualmente non possiede azioni di OpenAI, ma anche come gestire le azioni detenute dai dipendenti.

Microsoft è attualmente oggetto di indagini da parte delle autorità di regolamentazione in vari paesi per i suoi investimenti in OpenAI. Se OpenAI diventasse una società a scopo di lucro, queste indagini potrebbero ricevere maggiore attenzione. È cruciale stabilire la percentuale di azioni detenuta per evitare problematiche legali.

OpenAI intende evolversi in una società a scopo di lucro, mentre altre aziende come Anthropic e xAI stanno seguendo un modello di società di pubblica utilità. Questo approccio permette di generare profitti e perseguire benefici sociali allo stesso tempo. È fondamentale garantire che una parte del settore non profit rimanga sotto il controllo dell’attuale consiglio d’amministrazione, e la distribuzione delle azioni sarà un aspetto chiave.

Per affrontare queste complesse questioni, OpenAI sta cercando consulenze da grandi società di consulenza finanziaria. Oltre alla distribuzione delle azioni, si sta discutendo anche del ruolo di Microsoft nella governance e nella composizione del consiglio di amministrazione.

Il CEO Altman sta ricevendo consulenze anche da Michael Klein, un ex esperto di Citigroup. OpenAI ha recentemente attratto investimenti, ponendo come condizione la trasformazione in una società commerciale entro due anni. In caso contrario, gli investitori potrebbero ritirare i loro fondi o negoziare nuovamente su una valutazione inferiore a 157 miliardi di dollari.

Nel frattempo, il New York Times ha segnalato che il rapporto tra Microsoft e OpenAI, che un tempo era considerato un esempio di collaborazione tipica della Silicon Valley, sta iniziando a mostrare segni di tensione. Si è riferito che Microsoft ha rifiutato ulteriori investimenti in OpenAI dopo che il CEO Altman è stato estromesso lo scorso novembre e che ha reclutato il co-fondatore Mustafa Suleiman da Inflection AI, un rivale di OpenAI. Inoltre, si è appreso che OpenAI sta creando un grande data center in collaborazione con Oracle.

Un aspetto particolare del contratto tra OpenAI e Microsoft prevede che, se OpenAI sviluppasse un’intelligenza generale artificiale (AGI), Microsoft perderebbe l’accesso tecnico a OpenAI. Quest’ultima sta cercando di rinegoziare i termini del contratto in base a questa clausola.

Tuttavia, le speculazioni su un possibile tentativo di sfuggire al contratto con Microsoft tramite lo sviluppo di AGI sono state ridimensionate, poiché entrambe le aziende sono attualmente in discussione riguardo all’adeguamento delle azioni.

Di Fantasy