Google sta affrontando una crisi senza precedenti negli Stati Uniti, dove è stata recentemente condannata per aver abusato della sua posizione dominante in due settori chiave: la ricerca online e la pubblicità digitale. Queste sentenze potrebbero segnare l’inizio di un cambiamento radicale nel panorama tecnologico globale.
Il 17 aprile 2025, la giudice federale Leonie Brinkema ha stabilito che Google ha monopolizzato illegalmente il mercato dei server pubblicitari per editori e degli scambi pubblicitari (ad exchange), danneggiando la concorrenza e gli utenti. Questa decisione segue una precedente sentenza di agosto 2024, che aveva già riconosciuto il monopolio di Google nel mercato della ricerca online.
Secondo il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, Google ha abusato della sua posizione dominante integrando forzatamente i suoi prodotti pubblicitari, come il server DFP e l’ad exchange AdX, limitando le opzioni per gli editori e impedendo la concorrenza. La corte ha inoltre evidenziato la distruzione di prove da parte dell’azienda, aggravando la sua posizione.
Le implicazioni di queste sentenze sono significative. Il Dipartimento di Giustizia sta valutando misure correttive che potrebbero includere la separazione di parti del business pubblicitario di Google, come la vendita di Google Ad Manager, per ripristinare la concorrenza nel settore. Queste azioni potrebbero avere un impatto profondo sul modello di business di Google, che dipende in gran parte dai ricavi pubblicitari.
il manifesto
In risposta, Google ha annunciato l’intenzione di presentare ricorso, sostenendo che i suoi strumenti pubblicitari sono efficaci e vantaggiosi per gli utenti. Tuttavia, la pressione legale e politica potrebbe portare a cambiamenti strutturali significativi nell’azienda.
Queste vicende si inseriscono in un contesto più ampio di crescente attenzione da parte delle autorità antitrust, sia negli Stati Uniti che in Europa, verso le pratiche delle grandi aziende tecnologiche. La condanna di Google rappresenta un passo importante nella regolamentazione del settore digitale e potrebbe influenzare le politiche future nei confronti di altre aziende tecnologiche dominanti.