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Aravind Srinivas, CEO di Perplexity, ha recentemente denunciato come Google stia attivamente impedendo alla sua azienda di rendere l’assistente vocale AI un’opzione predefinita sui dispositivi Android. Durante una conferenza tecnologica tenutasi a San Francisco lo scorso 5 giugno, Srinivas ha spiegato che, nonostante Perplexity stesse negoziando un accordo con Samsung Electronics per includere il proprio assistente AI sulla serie Galaxy, Google avrebbe creato significativi ostacoli nei colloqui con i produttori di telefoni.

Secondo il racconto del CEO, Google avrebbe esercitato una pressione tale da complicare notevolmente la stipula di partnership strategiche con i principali marchi di smartphone Android. “Google ci ha messo davvero in difficoltà”, ha dichiarato Srinivas, sottolineando che l’obiettivo sembrerebbe essere quello di mantenere il dominio del proprio assistente AI, escludendo così potenziali concorrenti come Perplexity. Al momento non è chiaro in che modo si sia concretamente manifestata questa interferenza, né se vi siano stati cancellamenti di contratti già in fase avanzata.

Bloomberg aveva in precedenza riportato che le trattative tra Perplexity e Samsung erano in uno stadio molto avanzato: l’azienda californiana mirava a vedere il proprio assistente AI integrato in tutti i nuovi modelli Galaxy. Tuttavia, la forte influenza di Google nelle scelte dei produttori di dispositivi Android ha reso quasi impossibile per le realtà più giovani – come appunto Perplexity – superare i vincoli imposti dal colosso di Mountain View. A riprova di ciò, Dmitry Shevelenko, direttore commerciale di Perplexity, è recentemente comparso come testimone nel processo antitrust contro Google, rivelando che senza il pressing legale in corso non avrebbero nemmeno ottenuto di installare la propria app sul dispositivo Motorola, partner di ricerca del gruppo di Mountain View.

Nel corso dello stesso intervento, il CEO Srinivas ha definito l’assistente AI di Google “un prodotto orribile”, puntando inoltre il dito contro il progetto Astra, annunciato per la prima volta all’I/O dell’anno scorso e nuovamente menzionato all’ultima conferenza I/O. Nonostante le promesse di funzionalità avanzate, Astra non è mai stato effettivamente reso disponibile agli utenti, alimentando ulteriori critiche sulla trasparenza e sull’applicabilità delle soluzioni AI di Big G.

Parallelamente agli scontri con Google, Perplexity sta registrando tassi di crescita impressionanti, tanto da porsi come futura minaccia per il motore di ricerca di Mountain View. A maggio, l’azienda ha elaborato 780 milioni di query, segnando un aumento superiore al 20% rispetto al mese precedente. Srinivas ha spiegato che se questo ritmo dovesse mantenersi costante per un anno, Perplexity sarebbe in grado di gestire oltre un miliardo di query a settimana. Un risultato ancora più sorprendente se si considera che, nel 2022, al debutto del servizio, l’azienda elaborava appena 3.000 query al giorno: oggi quel numero supera i 30 milioni quotidiani.

Tra i fattori di questo successo, il CEO ha menzionato lo sviluppo di Comet, un browser AI specifico per la ricerca attualmente in fase di test. Secondo Srinivas, Comet potrebbe garantire una “fidelizzazione infinita” degli utenti, grazie a una serie di funzionalità legate alla barra di ricerca, alle schede iniziali e ad altri strumenti in grado di incentivare ulteriori ricerche e attrarre chi è stanco dei browser tradizionali come Chrome. Sul rilascio pubblico di Comet permane tuttavia un alone di mistero: in un post su X (ex Twitter) dello scorso 14 maggio, Srinivas aveva promesso il lancio “tra qualche settimana”, ma a oggi non è ancora stata confermata una data precisa.

Questi sviluppi mettono in luce da un lato l’aspirazione di Perplexity a ritagliarsi uno spazio significativo nel mercato dell’intelligenza artificiale conversazionale, dall’altro la determinazione di Google a proteggere il proprio ecosistema Android da potenziali competitor. Resta dunque da vedere come si evolveranno le trattative con Samsung e se il pressing antitrust in corso riuscirà a consentire a nuove piattaforme AI di farsi strada nel panorama dei dispositivi mobili.

Di Fantasy