Nelle assunzioni, l’intelligenza artificiale (IA) sta ridefinendo radicalmente il processo di selezione del personale. Dalle prime fasi di screening dei curriculum fino alle interviste video automatizzate, l’IA sta assumendo un ruolo sempre più centrale nel determinare chi avrà accesso alle opportunità professionali. Questo cambiamento non riguarda solo le grandi metropoli, ma sta rapidamente penetrando anche nelle città di medie e piccole dimensioni, dove le sfide nel reclutamento sono altrettanto significative.
Tradizionalmente, le prime fasi del reclutamento—come la valutazione dei curriculum, le chiamate preliminari per raccogliere informazioni aggiuntive e la valutazione delle competenze trasversali—occupano una parte significativa del tempo delle risorse umane. Tuttavia, piattaforme come GetWork stanno automatizzando questi passaggi, consentendo ai professionisti delle risorse umane di concentrarsi sulle fasi finali del processo, come le interviste e l’onboarding.
Ad esempio, GetWork utilizza l’IA per analizzare ogni candidatura rispetto alla descrizione del lavoro, effettuare chiamate automatizzate per raccogliere informazioni aggiuntive e condurre interviste video per valutare le competenze comunicative e la fiducia dei candidati. Combinando questi dati, la piattaforma crea un profilo completo del candidato, riducendo significativamente il tempo e le risorse necessarie per il reclutamento.
Un esempio tangibile dell’efficacia di questo approccio proviene da NoBroker, una società tecnologica nel settore immobiliare. Quando aveva bisogno di espandere rapidamente il suo team di supporto clienti, ha ricevuto oltre 2.500 candidature. L’IA ha contattato 1.430 candidati, identificato 220 come potenziali corrispondenze e sottoposto 57 a interviste video. Alla fine, sono state fatte 21 offerte, dimostrando l’efficienza e la scalabilità dell’IA nel processo di reclutamento.
Nonostante i numerosi vantaggi, le interviste condotte da IA non sono prive di critiche. Alcuni candidati hanno espresso disagio nell’interagire con interviste automatizzate, descrivendo l’esperienza come “strana” o “deumanizzante”. Tuttavia, altre piattaforme, come Hunar.AI, hanno implementato agenti vocali che non solo conducono interviste, ma monitorano anche il tasso di abbandono e intervengono proattivamente per risolvere problemi come dispute salariali o incentivi non ricevuti, migliorando così l’efficacia complessiva del processo di assunzione.
Un aspetto positivo dell’uso dell’IA nel reclutamento è il potenziale per ridurre i pregiudizi umani. Studi hanno dimostrato che l’IA può aiutare a superare discriminazioni basate su nome, genere o etnia, offrendo a tutti i candidati le stesse opportunità. Tuttavia, è fondamentale che gli algoritmi siano progettati in modo equo e trasparente, per evitare di perpetuare bias esistenti.
Con l’aumento delle interviste automatizzate, è essenziale che i candidati si preparino adeguatamente. Ciò include l’ottimizzazione del curriculum per i sistemi di tracciamento dei candidati (ATS), la pratica con simulazioni di interviste video e la cura dell’aspetto e del linguaggio del corpo durante le interazioni virtuali. Essere consapevoli delle proprie espressioni facciali, tono di voce e postura può fare la differenza nell’impressionare positivamente un’intervista condotta da IA.