Nel cuore pulsante dell’intelligenza artificiale, un’azienda canadese muove una mossa ambiziosa quanto significativa. Cohere, startup fondata nel 2019 da ex ricercatori di Google come Aidan Gomez, Ivan Zhang e Nick Frosst, ha appena raccolto 500 milioni di dollari, portando la sua valutazione a 6,8 miliardi di dollari. È un segnale chiaro: l’azienda, pur lontana dai riflettori dei big come OpenAI o Anthropic, ha deciso di puntare forte sul mercato enterprise.

Da sempre fedele alla sua missione, Cohere ha scelto di servire esclusivamente i clienti aziendali, offrendo modelli di intelligenza artificiale addestrati sui loro dati interni e, cosa cruciale, implementabili on-premise per massimizzare privacy, sicurezza e conformità normativa. A dirla tutta, il CEO Aidan Gomez parla di una “categoria di AI security-first che i modelli consumer non riescono a soddisfare” — una posizione audace, ma oggi strategica.

L’affondo più potente di questa fase per Cohere è stato senza dubbio l’arrivo di Joëlle Pineau, ex Vice President of AI Research di Meta e guida del laboratorio FAIR, ora nominata Chief AI Officer dell’azienda
Cohere. Pineau lascia Meta in maggio dopo oltre otto anni di ricerca di punta e, a partire da agosto 2025, si unisce a Cohere, pronta a dirigere strategia, prodotti e ricerca secondo una visione pragmatica e orientata al business.

In un’intervista, ha sottolineato come le grandi aziende stiano inseguendo l’AGI a tutti i costi, lasciando spazio a modelli più utili e immediatamente produttivi nelle realtà aziendali: una battuta d’arresto verso una visione più concreta dell’IA, centrata sull’efficienza e sull’impiego reale.

Il nuovo finanziamento, guidato da Radical Ventures e Inovia Capital, con la partecipazione di colossi come AMD, NVIDIA, Salesforce Ventures e altri, arriva in un momento in cui Cohere sta raddoppiando i suoi ricavi ricorrenti annui, passando a 100 milioni di dollari nel 2025, con un obiettivo ambizioso di 200 milioni entro fine anno.

Il traguardo è stato raggiunto grazie anche a partnership con realtà di peso come Oracle, Dell, RBC, Fujitsu, LG e SAP — senza dimenticare collaborazioni nel settore pubblico e finanziario.

Parallelamente alla crescita finanziaria e strategica, Cohere ha messo in campo North, una piattaforma di AI agentica progettata per semplificare compiti quotidiani — dal riassunto di documenti al recupero dati interni — nel pieno rispetto della privacy.

North combina modelli come Command A, Embed 4 e Rerank 3.5, offrendo automazioni intelligenti, implementabili persino con risorse hardware molto contenute (bastano due GPU) e conforme a standard come ISO 27001, SOC 2, ISO 42001 e GDPR. Questo livello di aderenza normativa e flessibilità infrastrutturale lo rende particolarmente attraente per realtà regolamentate come banche, telecomunicazioni e pubblica amministrazione.

Cohere sta giocando la sua partita puntando su tre carte vincenti:

  • Sicurezza e controllo — un vantaggio competitivo rispetto agli attori più esposti dell’AI generalista.
  • Talento di livello mondiale — con Pineau alla guida della ricerca, la prospettiva di innovazione si fa più concreta.
  • Crescita sostenibile — i numeri attuali indicano un modello di business solido, con margini migliori rispetto a modelli consumer-driven.

Questo mix di strategia, competenza e visione concreta potrebbe spingere Cohere a diventare un punto di riferimento nel segmento enterprise dell’AI agente. Nonostante la concorrenza furibonda di OpenAI, Google, Meta e Anthropic, l’approccio differenziato dell’azienda canadese le consente di attrarre investimenti, clienti e – soprattutto – fiducia.

Di Fantasy