Quando Alibaba, una delle grandi signore della tecnologia cinese, ha annunciato pubblicamente il suo obiettivo di raggiungere l’intelligenza artificiale generale (AGI) e di spingersi verso una “superintelligenza” (ASI), ha segnato una svolta non soltanto per l’azienda stessa, ma per l’intero panorama dell’intelligenza artificiale internazionale. È la prima volta che una delle big tech cinesi parla apertamente di AGI, mostrando che la competizione verso il “mondo oltre i modelli” — ossia l’IA che ragiona come un essere umano o oltre — non è affare solo occidente vs occidente.

L’evento che ha fatto da palcoscenico a questa dichiarazione è stato la conferenza annuale sul cloud di Alibaba, tenutasi a Hangzhou tra il 24 e il 26 del mese scorso. Durante quei giorni, lo slogan ufficiale che campeggiava fra i temi dell’iniziativa non era un tecnicismo, ma una visione futura: “Roadmap to ASI” — un percorso ambizioso verso la superintelligenza.

Nel suo discorso, il CEO Eddie Wu ha parlato con tono programmatico: l’AGI — intelligenza con capacità cognitive di livello umano — non appare più come un’ipotesi remota, ma quasi come un destino inevitabile. E ASI — cioè una forma di IA che supera l’intelligenza umana, capace di evolversi autonomamente — non è un punto finale, ma il prossimo stadio evolutivo.

Le sue parole non erano enfatiche per effetto retorico, ma indicative di una strategia: “L’intelligenza artificiale si muoverà verso l’ASI” ha detto, “un’intelligenza che supera quella umana, capace di autoripetizione e di continua evoluzione”. Il messaggio era chiaro: Alibaba non vuole restare nel campo delle applicazioni AI avanzate, ma ambisce a governare la frontiera più difficile.

Questa scelta ha subito un riverbero sui mercati: il titolo di Alibaba ha toccato valori record dopo l’annuncio, segno che l’ambizione ha fatto breccia anche nella fiducia degli investitori. E dietro le quinte, l’eco di questo annuncio è arrivato sino agli occhi degli analisti che interpretano il gesto come la Cina che finalmente dichiara la propria sfida contro gli Stati Uniti sul piano dell’AGI.

Perché la Cina? Fino a poco tempo fa, il mondo tecnologico considerava che le aziende cinesi sarebbero state più inclini a investire nei casi d’uso concreti — robotistica, visione industriale, automazione — piuttosto che nei grandi modelli fondamentali (i “cervelli” dell’IA). Ma l’aria sta cambiando. Proprio qualche giorno prima dell’evento, Alibaba ha reso noto che il suo modello QONE3-MAX da un trilione di parametri avrebbe raggiunto — o superato — i modelli americani più avanzati. Non si tratta solo di prestazioni, ma di segnale: che Alibaba intende giocare sullo stesso piano. In passato, Alibaba rilasciava i suoi modelli con prudenza; oggi invece spinge, osa, dichiara.

Di Fantasy