Il Black Friday di quest’anno negli Stati Uniti ha segnato una svolta che molti analisti considerano storica. Non solo la spesa online ha raggiunto livelli mai registrati prima, ma per la prima volta l’intelligenza artificiale è diventata il motore principale dell’esperienza d’acquisto digitale. Il dato che più colpisce arriva da Adobe Analytics: 11,8 miliardi di dollari spesi in un solo giorno, con un incremento del 9,1% rispetto allo scorso anno, in un contesto economico tutt’altro che brillante, segnato da una fiducia dei consumatori ai minimi e da un mercato del lavoro in rallentamento.
Al centro di questo boom c’è un fenomeno che fino allo scorso anno era appena agli inizi: lo shopping supportato dall’intelligenza artificiale. Adobe ha rilevato un aumento dell’805% del traffico generato da strumenti basati su AI, una crescita impressionante che evidenzia come l’uso di agenti intelligenti, assistenti conversazionali e sistemi di raccomandazione stia ridisegnando le dinamiche del commercio elettronico. La differenza rispetto al passato è che quest’anno sono entrati in gioco strumenti completamente nuovi, come “Sparky” di Walmart e “Rufus” di Amazon, che nel 2024 non esistevano e che oggi agiscono come veri e propri consulenti digitali personalizzati.
Parallelamente, anche Google, OpenAI e Perplexity hanno rilasciato tecnologie di ricerca e assistenza all’acquisto specificamente pensate per la stagione dello shopping, creando un ecosistema in cui il consumatore non naviga più tra pagine e filtri, ma conversa con motori intelligenti capaci di capire bisogni, preferenze e budget. L’analista Suzy David-Carnian di eMarketer ha sintetizzato il cambiamento in modo efficace: fare acquisti può essere stressante, soprattutto quando si tratta di regali, e i modelli linguistici avanzati stanno rendendo questo processo più rapido, fluido e intuitivo.
Un altro segnale della transizione verso un approccio “AI-first” arriva da Mastercard SpendingPulse: le vendite e-commerce durante il Black Friday sono cresciute del 10,4%, mentre quelle offline hanno segnato un modesto +1,7%. Una distanza che racconta molto più di una semplice preferenza del pubblico: rivela che sempre più consumatori scelgono il digitale perché oggi trovano online strumenti più intelligenti, più capaci di orientarli e di semplificare l’acquisto. I prodotti più richiesti confermano la tendenza degli ultimi anni: Lego, carte Pokémon, console come Nintendo Switch e PS5, gli onnipresenti AirPods e i classici mixer KitchenAid.
Salesforce ha aggiunto un altro dato significativo: a livello globale l’intelligenza artificiale ha influenzato vendite per 14,2 miliardi di dollari solo nel giorno del Black Friday, di cui 3 miliardi provenienti dagli Stati Uniti. Numeri che raccontano un impatto crescente, non più circoscritto a suggerimenti marginali, ma ormai centrale nelle decisioni d’acquisto. Tuttavia, dietro questo aumento di spesa si nasconde un cambiamento strutturale: gli ordini sono diminuiti dell’1% e il numero medio di articoli acquistati è sceso del 2%, mentre il prezzo medio di vendita è aumentato del 7%. Un mix influenzato dall’aumento dei prezzi dei beni di consumo — legato a dazi, costi di produzione e dinamiche globali — e dal maggior peso dei consumatori con redditi più elevati, che tendono a spendere di più in prodotti di fascia media e alta.
Il contesto macroeconomico rende questi risultati ancora più sorprendenti. Il peggioramento del sentiment dei consumatori e i segnali di debolezza del mercato del lavoro avrebbero potuto frenare gli acquisti. Invece, l’adozione delle tecnologie AI sembra aver agito come un catalizzatore, compensando parte delle incertezze e restituendo agli utenti una sensazione di controllo e semplicità nel processo d’acquisto. Per molti, gli strumenti di shopping basati su AI non sono un gadget, ma un modo per risparmiare tempo, evitare stress e trovare rapidamente ciò che serve al miglior prezzo.
Adobe prevede che il trend proseguirà fino al Cyber Monday, con stime di vendita che dovrebbero raggiungere i 14,2 miliardi di dollari, in crescita del 6,3% rispetto al 2024. Se queste previsioni verranno confermate, il 2025 diventerà l’anno in cui lo shopping assistito dall’intelligenza artificiale ha smesso di essere un esperimento e si è trasformato in un comportamento di massa.
Il risultato complessivo è chiaro: l’AI non è più un supporto marginale, ma il nuovo protagonista dello shopping online. Questa stagione di acquisti — segnata da un uso senza precedenti di assistenti intelligenti — rappresenta il primo vero banco di prova per un’idea destinata a cambiare il commercio globale nei prossimi anni: un consumatore che non naviga, ma dialoga; non cerca, ma chiede; non confronta, ma delega alla macchina la capacità di interpretare bisogni e restituire soluzioni.
Un cambiamento che, dal 2025 in avanti, non potrà più essere ignorato né dai grandi retailer né dalle piccole imprese che intendono restare competitive in un mercato sempre più guidato dall’intelligenza artificiale.
