Un video diffuso di recente da una startup cinese specializzata in robot umanoidi ha acceso un dibattito globale che va ben oltre l’effetto virale dei social. Le immagini mostrano un robot capace di eseguire movimenti di arti marziali estremamente complessi, come calci rotanti e rapide sequenze di equilibrio e torsione. All’inizio, molti osservatori hanno reagito con scetticismo, ipotizzando l’uso di computer grafica o accelerazioni artificiali. Con il passare dei giorni, però, il caso si è trasformato in una riflessione più ampia sullo stato reale della robotica umanoide, sui suoi progressi concreti e sui limiti ancora evidenti quando queste macchine escono dai contesti controllati delle demo.
Al centro della discussione c’è Engine AI, una giovane azienda che il mese scorso ha attirato l’attenzione internazionale pubblicando un video del suo robot umanoide T800. Nel filmato, il robot esegue mosse che richiedono un controllo motorio avanzatissimo, combinando forza, equilibrio e coordinazione in modo sorprendente. Proprio questa spettacolarità ha alimentato i dubbi: per molti utenti, quei movimenti sembravano troppo perfetti per essere reali. Le accuse di manipolazione digitale non si sono fatte attendere, soprattutto sulle piattaforme occidentali più sensibili al tema delle demo “truccate”.
Per rispondere alle polemiche, Engine AI ha deciso di pubblicare ulteriori dettagli sul processo di produzione del video. L’azienda ha dichiarato esplicitamente che le riprese sono state effettuate all’aperto, senza alterazioni di velocità, senza generazione tramite intelligenza artificiale e senza l’uso di computer grafica. A rafforzare il messaggio è intervenuto direttamente il CEO Zhaotong Yang, che si è filmato mentre, indossando protezioni, prendeva a calci il robot. Il gesto, volutamente provocatorio, mirava a dimostrare non solo l’autenticità delle riprese, ma anche la robustezza fisica della macchina.
La reazione del pubblico è stata divisa. Da un lato, molti utenti hanno espresso stupore per il livello tecnologico raggiunto, riconoscendo che un robot alto 173 centimetri e dal peso di 75 chili, con una struttura simile a quella di un adulto, rappresenta un salto notevole rispetto alle generazioni precedenti. Dall’altro, alcune comunità online, come Reddit, hanno continuato a sostenere che persino i video “dietro le quinte” potessero essere in qualche modo manipolati. Questa diffidenza racconta molto del momento storico che stiamo vivendo: l’evoluzione rapidissima dell’AI e della robotica ha reso difficile distinguere, a colpo d’occhio, tra ciò che è reale e ciò che è simulato.
Al di là delle polemiche, Engine AI ha posizionato il T800 come un prodotto destinato a usi industriali e di servizio, con un prezzo di partenza di circa 180.000 yuan. L’azienda afferma che il robot raggiunge un vantaggio prestazionale superiore all’80% rispetto agli esseri umani in termini di produttività fisica e flessibilità operativa, con un costo complessivo pari a circa un terzo di quello del lavoro umano. Dichiarazioni ambiziose, che riflettono la fiducia crescente delle aziende cinesi nel portare i robot umanoidi fuori dai laboratori e dentro contesti lavorativi reali.
Il dibattito, però, non riguarda solo Engine AI. Anche un altro video, diffuso da Unitree, ha contribuito ad alimentare la discussione, questa volta mettendo in luce i limiti pratici della tecnologia. Nel filmato, un operatore umano indossa un dispositivo di controllo remoto basato su motion capture e impara a manovrare un robot. A causa di una lieve latenza nel sistema, il robot reagisce in ritardo e finisce per colpire la persona durante un movimento. Subito dopo, la macchina cade in una posizione che, agli occhi di molti, ricorda una reazione “dolorosa”, quasi umana. Sebbene la scena sia stata interpretata in modo ironico da gran parte del pubblico, il video ha evidenziato un problema tecnico serio: anche piccoli ritardi nel controllo in tempo reale possono rendere imprevedibili e potenzialmente pericolose le interazioni tra uomo e robot.
La questione della sicurezza torna anche in un altro episodio diventato virale, che coinvolge il robot G1 di Unitree. In questo caso, il robot viene spinto all’indietro dalla stella NBA Kyrie Irving, cade e smette temporaneamente di funzionare. Irving aiuta il robot a rialzarsi e si scusa, commentando di aver probabilmente spinto troppo forte. L’episodio ha colpito molti osservatori perché la reazione del G1 è apparsa diversa rispetto a quella mostrata nei video dimostrativi ufficiali, suggerendo che le prestazioni in contesti reali possono variare sensibilmente rispetto alle condizioni ideali di una demo.
Nel complesso, questi episodi raccontano una storia più complessa di quella suggerita dai video spettacolari. La robotica umanoide cinese sta senza dubbio facendo passi da gigante, soprattutto sul fronte del controllo motorio, dell’equilibrio e della forza fisica. Allo stesso tempo, emergono con chiarezza i limiti legati alla sicurezza, alla latenza dei sistemi di controllo e all’affidabilità in situazioni impreviste. Molti osservatori sottolineano che il vero successo di questa nuova generazione di robot non dipenderà dalla capacità di eseguire calci acrobatici, ma dall’implementazione di protocolli di sicurezza rigorosi, in grado di prevenire incidenti e garantire un’interazione affidabile con gli esseri umani.
