Quando Samsung annuncia un aggiornamento importante per la sua interfaccia One UI, non è mai solo una questione di estetica: è un momento che tira dentro tecnologia, abitudini, possibilità che solo da poco cominciamo a comprendere appieno. Con One UI 8, l’azienda sudcoreana ha deciso di fare un passo ulteriore, puntando forte sull’intelligenza artificiale multimodale, su interazioni che vadano al di là del semplice tocco o comando vocale, e su una personalizzazione che non sembri un optional, ma parte integrante dell’esperienza quotidiana.

L’aggiornamento One UI 8 è basato su Android 16, e Samsung ha iniziato il rollout dal suo modello flagship, la serie Galaxy S25, estendendo via via la disponibilità ad altri dispositivi, foldable inclusi.

Tra le nuove funzioni più interessanti c’è Gemini Live, che permette interazioni più naturali e visive: non solo dettare o digitare, ma far vedere ciò che si inquadra con la fotocamera, condividere lo schermo, dialogare con l’assistente AI come se fosse un interlocutore che “vede” e “comprende” l’ambiente.

Un’altra novità che risalta è la fusione fra funzioni AI, contesto e interfacce pensate per diversi dispositivi. Per esempio, sui telefoni pieghevoli come il Galaxy Z Flip, la funzionalità Gemini Live può ora essere usata direttamente dal display esterno (la “cover screen” o FlexWindow), senza dover aprire il telefono. Questo rende l’assistente più immediato, più presente, meno “ingombrante” nel senso che non richiede passaggi extra.

Con One UI 8, Samsung non sta solo aggiungendo funzioni “wow”, ma sta cercando di costruire un’esperienza che tenga conto del contesto: cosa stai facendo, su quale dispositivo sei, che app stai usando, che compiti vuoi svolgere. Questo significa che le funzioni AI cercano di entrare in modo proattivo: suggerimenti intelligenti, widget più utili, strumenti che “capiscono” meglio cosa serve in quel momento.

Fra le altre novità menzionate in anteprima nelle versioni beta ci sono Now Bar e Now Brief, strumenti che raccolgono in schede informazioni utili — calendario, eventi, stato del dispositivo, notifiche — e rendono più facile avere una panoramica veloce. Photo Assist per migliorare gli scatti, rimuovere elementi indesiderati, o intervenire sull’editing in modo più intuitivo. Migliorie sull’audio nei video — ad esempio riduzione dei rumori di fondo — e nuovi effetti dinamici sulle immagini.

Un tratto che emerge con chiarezza è il tentativo di rendere ogni interazione meno discontinua. Per esempio, immagina di leggere qualcosa sullo schermo, scorrere, avere bisogno di tradurre un estratto, condividere uno screenshot o annotarlo: con One UI 8 questi passaggi appaiono più integrati, meno “devi uscire dall’app, cambiare, tornare indietro”. La traduzione in tempo reale, la visualizzazione dei risultati dell’AI in modalità divisa dello schermo (split view) o in finestre fluttuanti, il drag-and-drop di contenuti generati dall’AI verso app come note o messaggi, tutto questo mira a ridurre le interruzioni.

Un’altra cosa che cattura: la maggiore consapevolezza di device diversi — telefoni standard, pieghevoli, tablet — e come l’esperienza potesse sembrare incoerente tra questi. Ora Samsung sembra voler bilanciare le caratteristiche AI tenendo conto delle dimensioni dello schermo, del modo in cui si interagisce (pieghi/apri, usi il device in tasca, lo usi mentre cammini, etc.).

Il rilascio è “a tappe”. Ha avuto inizio con la serie Galaxy S25, nelle regioni più vicine a Samsung (Corea, etc.), e gradualmente sarà esteso: Nord America, Europa, altri device della gamma Galaxy — foldables, tablet — lungo l’ultima parte dell’anno.

Per quanto riguarda la compatibilità, Samsung ha confermato che molti dispositivi saranno supportati, anche se modelli più vecchi o meno potenti possono avere alcune limitazioni nelle funzioni AI più avanzate, per esempio quelle che richiedono molti calcoli, o sensori particolari.

Nonostante l’entusiasmo, ci sono già segnali che non tutte le funzioni saranno perfette o presenti da subito. Alcune caratteristiche possono necessitare di ottimizzazioni, alcune beta hanno fatto emergere bug, limiti sulle prestazioni su device meno recenti. Alcune funzioni di AI, come eliminare il rumore in video, sono attive solo su versioni beta ora.

Anche il tema della privacy è cruciale: funzioni che fanno uso della fotocamera in diretta, condivisione dello schermo, o interazione che analizza immagini o suoni in tempo reale, richiedono che l’utente abbia fiducia che questi dati non vengano usati fuori contesto, che siano gestiti in modo trasparente e sicuro. Samsung già menziona elementi come Knox per isolare dati sensibili e migliorare la protezione, ma resta da vedere come queste garanzie funzioneranno mano a mano che la diffusione cresce.

One UI 8 potrebbe rappresentare una svolta per Samsung, non solo perché aggiunge tante funzioni AI, ma perché spinge verso un modo diverso di usare gli smartphone: non come oggetti che fai “accedere” a funzioni, ma come estensioni reali dell’intelligenza quotidiana, che riconoscono, suggeriscono, assistono, traducono, anticipano.

In un momento in cui la differenza fra i vari ecosistemi mobili (iOS, Android) passa sempre più spesso da chi integra meglio l’AI, da chi lo fa in modo più fluido, Samsung con One UI 8 pare voler giocare un ruolo importante nel definire cosa significhi un’esperienza “AI-first” su Android. Non basta avere un assistente vocale: servono interazioni visive, contestuali, intelligenti, che comprendono ciò che vedi, ascolti e fai.

Di Fantasy