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Camminare sui Campi Flegrei, quel vasto anfiteatro geologico che abbraccia la periferia occidentale di Napoli e la cittadina di Pozzuoli, dove la terra sembra respirare. È un luogo carico di storia, mitologia, paesaggi termali, antiche città greche e romane… e, ancora oggi, segnali sismici. E banche scoperte, sollevamenti del terreno, emissioni di gas misteriose. Un territorio che al tempo stesso incanta e inquieta.

Ecco però che, proprio tra queste pieghe della storia e della natura, arriva l’intelligenza artificiale (AI) con la sua potenza innovativa: applicata ai sismogrammi registrati tra il 2022 e la metà del 2025 dall’Osservatorio Vesuviano dell’INGV, insieme ai dati storici, ha permesso di scovare oltre 50.000 terremoti, offrendo una nuova prospettiva sul bradisismo attuale.

Per anni, il numero stimato di scosse era ben più basso: circa 12.000. Ma grazie a un modello AI formato su quel catalogo e alimentato da una rete sismica sempre più densa e raffinata, è stato possibile mettere a fuoco eventi minimi e “nascosti”, amplificando la visione come una lente potente e sensibile.

Il risultato? Una mappa vivida e precisa dell’attività sismica: un sistema di faglie attive ad anello, che circondano la caldera e si estendono sia sulle terre emerse sia sotto il Golfo di Napoli. Un disegno geologico che prima era sfuocato, ora definito in tutti i suoi contorni.

All’interno di questa anello-faglia, ai margini di Pozzuoli, si riconoscono per la prima volta faglie specifiche e ben definite, utili per stimare meglio la pericolosità dell’area e i possibili rischi sismici. Una scoperta che illumina un territorio da conoscere meglio, non solo per la sua bellezza, ma anche per tutelare chi ci vive.

La quasi totalità degli eventi rilevati ha un’origine tettonica, con profondità inferiori ai 4 chilometri; non ci sono evidenze di risalite magmatiche significative, un elemento che tranquillizza, limitando il timore di eruzioni imminenti.

Inoltre, sono stati rilevati eventi “ibridi”, al di sotto del chilometro, nei pressi del duomo lavico di Accademia: scosse legate alla frattura fra roccia, fluidi e gas, probabili indizi di processi idrotermali.

Non si tratta semplicemente di scoperte scientifiche, ma di un salto operativo: il sistema basato su AI è già attivo presso l’Osservatorio Vesuviano e, una volta completata la fase di verifica, potrà osservare in quasi tempo reale i più piccoli cambiamenti nella sismicità dei Campi Flegrei, offrendo dati preziosi alla Protezione Civile e agli strumenti di prevenzione del territorio.

Uno degli autori dello studio, Greg Beroza della Stanford Doerr School of Sustainability, lo spiega efficacemente: la possibilità di ottenere una visione chiara è ora operativa, e l’INGV può gestire questo strumento in autonomia in base alle esigenze.

Un’altra firma dello studio, Bill Ellsworth, pone l’accento sulle faglie sotto Pozzuoli: individuate due faglie convergenti, lunghe e potenzialmente capaci di provocare terremoti di magnitudo 5, uno scenario grave ma finora solo ipotizzato.

Di Fantasy