C’è un momento nel percorso di creazione di un marchio, un sito web, una vetrina digitale, in cui l’idea è chiara nella mente del committente — “voglio uno stile elegante, nero, moderno, minimalista” — ma quelle parole non sono sufficienti per tradurle in progetto visivo. Spesso, si naviga a tentoni tra portfoli, contatti, stili che appaiono vicini ma mai perfetti. È proprio per colmare quel divario che Aimweb, guidata da Lee Su-mo, ha lanciato una novità: la “Raccomandazione del portafoglio AI”, una funzione che promette di abbattere l’attrito tra idea e scelta del professionista.
L’essenza dell’innovazione è semplice e potente: basta inserire l’URL di un sito cui ispirarsi — o una parola chiave che rappresenti il settore (es. “bellezza”, “cibo”) o lo stile visivo desiderato (“nero elegante”, “carino”, “moderno”) — e l’IA di Aimweb scandaglia tra i portfoli registrati per trovare esperti che hanno realizzato lavori con toni, atmosfere e layout simili. Il sistema analizza il sito di riferimento: colori, composizione, distribuzione degli spazi, elementi visivi; poi filtra una serie di professionisti che hanno realizzato lavori affini. È una raccomandazione automatica basata su affinità stilistica, non un elenco generico.
L’obiettivo dichiarato da Aimweb è alleggerire la fase iniziale della progettazione web: “automatizzare i primi passi”, dicono, per rendere l’avvio di un brand più rapido, più efficiente e meno costoso. In un panorama fatto di costi nascosti, revisioni continue, comunicazioni fra committente e designer, questa funzione promette di eliminare una parte del “rumore”: meno richieste vaghe come “mi piace questo stile” e più suggerimenti concreti da cui partire.
È interessante notare che questa raccomandazione non è limitata al sito di riferimento: chi preferisce cercare via parole chiave può digitare termini di settore (come “food”, “moda”) o di stile (come “dark”, “pastello”) e ottenere portfoli che rispondono a quei criteri. Il sistema, così, si adatta sia a chi ha già un modello visivo da mostrare, sia a chi ha solo un’idea lessicale dello stile desiderato.
Attualmente, Aimweb afferma che la piattaforma conta più di 4.000 esperti registrati, che hanno realizzato oltre 10.000 siti. Ciò significa che l’IA ha un bacino di dati da cui estrarre affinità e somiglianze. Se quel numero cresce, la qualità delle raccomandazioni dovrebbe migliorare, offrendo un matching sempre più raffinato.
Un vantaggio pragmatissimo: non serve sostituire la propria infrastruttura. L’utente non deve ridisegnare nulla, né caricare il progetto da zero; basta un URL o parole chiave. E per il professionista, è un’opportunità: chi ha uno stile ben definito può emergere come scelta suggerita per chi cerca quel “mood”.
Tuttavia, questa funzione non è priva di sfide e di questioni da considerare con sguardo critico. In primo luogo, la qualità dei dati. Se molti portfoli sono poco aggiornati, incompleti o poco rappresentativi, l’IA rischia di suggerire lavori che solo superficialmente somigliano all’idea iniziale. Il matching estetico è tutt’altro che banale: tonalità di colore, spazi bianchi, tipografia, composizione visiva — tutto deve essere rilevato, pesato e comparato. Se il sistema è “superficiale”, può portare a scelte sbagliate.
Poi, c’è una questione di trasparenza e controllo: quanto controlli l’utente ha sulla selezione dei criteri, sul peso da dare a certi elementi stilistici, sul filtrarne alcuni? Se l’IA è una “scatola nera” che restituisce un elenco senza spiegazioni, l’utente potrebbe sentirsi spiazzato o vincolato dal suggerimento.
Un altro tema: equità e visibilità degli esperti. Quando l’IA suggerisce portafogli, chi ottiene visibilità privilegiata? I designer con portfoli già “trending”? I professionisti che hanno già lavorato molto? Ciò può creare un feedback loop: chi è già “suggerito” viene scelto più spesso, consolidando la sua posizione, mentre altri restano invisibili.
Infine, c’è la questione della personalizzazione: l’IA può suggerire lo stile generale, ma ogni brand ha sfumature proprie — un’azienda di cosmetici coreani non sarà identica a un brand europeo di moda minimal. Il suggerimento va inteso come punto di partenza, non come destinazione finale.
La “Raccomandazione del portafoglio AI” di Aimweb è una mossa intelligente nel campo della semplificazione del design: portare l’IA a fare il lavoro “preliminare”, ridurre il rumore di fondo, far emergere professionisti che già operano in stili affini. Se ben calibrata, può velocizzare l’avvio dei brand, ridurre gli errori e risparmiare tempo. Se non calibrata, può suggerire soluzioni troppo generiche o fuorvianti.