Il dibattito sull’emergere degli agenti intelligenti (AI agents) è acceso. Mentre alcuni vedono in questi sistemi autonomi il futuro dell’automazione, altri, come Andrej Karpathy, ex capo dell’AI di Tesla, esprimono riserve significative. Karpathy sostiene che l’entusiasmo per gli agenti IA potrebbe essere prematuro e che l’anno in corso non rappresenta ancora il momento ideale per un’adozione diffusa di tali tecnologie.
Durante una conferenza presso YC AI Startup School, Karpathy ha delineato una nuova classificazione del software, introducendo il concetto di “Software 3.0”. Secondo lui, mentre il Software 1.0 si basa sulla scrittura manuale del codice e il Software 2.0 sull’addestramento di reti neurali, il Software 3.0 emerge con l’uso dei modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) che permettono di programmare attraverso il linguaggio naturale. Questa evoluzione, pur promettente, richiede ancora supervisione umana.
Karpathy avverte che, nonostante i progressi, gli agenti IA non sono ancora pronti per operare senza controllo umano. Egli paragona l’approccio ideale a una “tuta di Iron Man”, dove l’IA potenzia le capacità umane senza sostituirle. Inoltre, sottolinea che, nonostante gli sviluppi, l’autonomia completa, come nel caso dell’Autopilot di Tesla, non è stata ancora raggiunta.
Nonostante l’entusiasmo, la realtà dell’adozione degli agenti IA è più complessa. Molte aziende stanno ancora esplorando queste tecnologie, con applicazioni limitate e spesso sperimentali. Le sfide includono la mancanza di standardizzazione, problemi di affidabilità e la necessità di infrastrutture adeguate.