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Con il lancio di Claude Haiku 4.5, Anthropic propone una versione “ridotta”, ma ambiziosa, del suo modello AI: pensata per essere veloce, efficiente e “vicina alle prestazioni frontier”, ma a costi più contenuti. Il comunicato ufficiale e le analisi esterne rivelano come questa versione cambi nuovamente gli equilibri tra potenza, costo e usabilità.

Quando Anthropic annuncia che “quello che era fino a poco tempo fa all’avanguardia diventa oggi più economico e più veloce”, non è retorica: Haiku 4.5 offre prestazioni paragonabili a Sonnet 4, con un costo pari a circa un terzo e una velocità fino a oltre il doppio in alcuni casi. Nel benchmark SWE-bench Verified, che misura la qualità nella generazione di codice, il modello è tornato con valori attesi vicini a quelli del modello “medio” Sonnet. Inoltre, in compiti che richiedono “uso del computer” (cioè interazione con ambienti software, operazioni simulate), Haiku 4.5 supera Sonnet 4.

Una delle caratteristiche più interessanti riguarda la sinergia fra modelli: Anthropic suggerisce che Sonnet 4.5 possa “spezzare” un compito complesso in sottoproblemi, affidando le parti secondarie a più istanze di Haiku 4.5 eseguite in parallelo. In questo modo, si uniscono “pensiero” profondo e “esecuzione” rapida in una catena coordinata. Il concetto è potente perché consente di sfruttare un modello “leggero” in ruoli di supporto, aumentando la scalabilità ottimizzando i costi.

Un dato pratico che segnala dove Haiku 4.5 si colloca nel panorama: la tariffa per token è fissata a 1 $/milione di input token e 5 $/milione di output token. È un gradino sopra Haiku 3.5 (0,80 $/4 $) ma decisamente sotto Sonnet 4 (3 $/15 $) — il che conferma l’intenzione di offrire un modello davvero “economico ma serio”.

Un’altra novità che spicca nel comunicato ufficiale è quanto sia migliorata la sicurezza e l’allineamento. Haiku 4.5 mostra tassi più bassi di “comportamenti problematici” rispetto alle versioni precedenti (inclusi Sonnet 4.5 e Opus 4.1), secondo le valutazioni interne di Anthropic. In termini pratici, ciò significa che il modello è progettato per essere più affidabile nel rispondere, riducendo la probabilità di generare risposte fuorvianti, inappropriate o “fuori tema”.

Anthropic ha strutturato la sua famiglia di modelli Claude distinguendo essenzialmente tre “famiglie” o classi: Haiku, Sonnet e Opus, con livelli crescenti di capacità, costo e complessità. Secondo la documentazione ufficiale e le comparazioni pubbliche, i modelli Claude sono progettati per coprire una gamma di usi: Haiku per operazioni più leggere ma efficaci, Sonnet per un buon equilibrio fra prestazioni e efficienza, e Opus per applicazioni di punta con esigenze elevate di ragionamento, agentività e gestione di contesti complessi.

Le differenze fra questi modelli riguardano variabili come: dimensione del contesto (quanti token possono essere “considerati” contemporaneamente), capacità di output, qualità nel ragionamento e nella codifica, latenza (velocità), costo per token, e robustezza in scenari complessi (multi-passaggi, agenti autonomi). Le versioni recenti, come Sonnet 4.5 e Opus 4.1, introducono miglioramenti incrementali e affinamenti nelle capacità di esecuzione autonoma e nelle performance su benchmark tecnici.

  • Haiku 4.5: il modello “leggero” avanzato. Haiku 4.5 è l’ultimo modello “economico” annunciato da Anthropic (titolo del link che mi hai mandato). È concepito per offrire un buon compromesso: qualità superiore rispetto alle versioni Haiku precedenti, ma mantenendo latenza ridotta e costi più contenuti rispetto ai modelli di punta come Sonnet o Opus. Fra i vantaggi presentati, Haiku 4.5 riesce a competere (in molti casi) con Sonnet 4 in alcune attività, garantendo risposte rapide, costi inferiori e un uso più leggero delle risorse computazionali. Secondo Reuters, Anthropic afferma che Haiku 4.5 costi circa un terzo rispetto a Sonnet 4, pur offrendo prestazioni comparabili in compiti come il coding. Tuttavia, Haiku 4.5 non è pensato per reggere carichi estremi o scenari di lungo contesto in maniera robusta come i modelli superiori. È ideale per applicazioni dove si richiedono risposte rapide, buon comportamento generale, ma in contesti non estremi o dove non sia necessaria una “resistenza” lungo compiti prolungati.
  • Sonnet 4 / Sonnet 4.5: il modello “equilibrato”. La linea Sonnet rappresenta il livello “medio-alto” fra efficienza e potenza. Con la versione 4 Anthropic ha fatto un salto importante in ambito di capacità di ragionamento, supporto a strumenti, gestione di contesti estesi, migliore integrazione di memoria locale e tool. Sonnet 4 può gestire contesti molto lunghi — la finestra di contesto tipica è di 200.000 token, che consente di trattare testi, conversazioni, o flussi informativi molto estesi. Con il rilascio di Sonnet 4.5, Anthropic punta a portare ulteriori miglioramenti, specialmente nella “resistenza” del modello su compiti agentici autonomi: ovvero la capacità di mantenere coerenza operativa su compiti continui che si sviluppano nel tempo. Fonti e analisti riportano che Sonnet 4.5 possa operare autonomamente per oltre 30 ore in certi scenari, un salto notevole rispetto alle versioni precedenti. Questo significa che, su applicazioni che richiedono persistenza del ragionamento (ad esempio agenti che svolgono attività articolate, monitoraggio, processi complessi di business), Sonnet 4.5 può offrire un vantaggio rilevante. In aggiunta, Sonnet 4.5 è presentato come il modello con miglior “allineamento” rispetto ai comportamenti indesiderati (minore propensione a risposte fuorvianti, ad abusi, ecc.). Le nuove funzionalità includono anche integrazioni migliorate con strumenti di codifica, controllo di checkpoint del codice (rollback), creazione di file e automazione dell’ambiente operativo — elementi che rendono Sonnet 4.5 molto adatto per ambienti di sviluppo software e agenti complessi.
  • Opus 4 / Opus 4.1: il modello di punta. Opus è la linea top-tier di Anthropic: è il modello destinato a chi ha bisogno del massimo in termini di ragionamento, agentività, utilizzo di strumenti complessi e prestazioni in compiti difficili. Opus 4 è stato un passo importante nel salto architetturale verso modelli davvero “frontiera”. Con Opus 4.1, Anthropic ha aggiornato la versione originale con miglioramenti soprattutto nel refactoring di codice su progetti multi-file, maggiore precisione nell’intervento su grandi codebase, e una migliorata affidabilità in compiti complessi. Le fonti segnalano che Opus 4.1 mantenga la stessa finestra di contesto (200.000 token), ma migliori la robustezza e strumenti interni. Un confronto diretto fra Sonnet 4 e Opus 4 pone spesso Opus come più forte nei compiti di ragionamento “duro”, agentività, utilizzo di strumenti, e in scenari multi-step dove il modello deve orchestrare decisioni e operazioni su larga scala. Tuttavia, il costo associato a Opus è più elevato: il prezzo per token in input/output è sensibilmente superiore rispetto a Sonnet. In situazioni dove le risorse hardware, i costi operativi o la latenza sono vincoli stringenti, Opus potrebbe risultare “overkill”.

Mettiamo a fuoco i punti essenziali che distinguono le tre famiglie nel contesto attuale:

  • Finestra di contesto / lunghezza gestibile. Sonnet 4 e Opus 4 condividono una finestra di contesto di 200.000 token nelle versioni Claude 4. Non è chiaro se Haiku 4.5 riesca a eguagliare questa finestra nella sua totalità, dato che le versioni più leggere tradizionalmente puntano a contesti più modesti per ridurre latenza e uso computazionale. (Non ho trovato conferme affidabili che Haiku 4.5 abbia la stessa capacità di contesto esteso.)
  • Prestazioni su benchmark (coding, ragionamento, agentività). I modelli Sonnet 4 e Opus 4 mostrano prestazioni elevate su benchmark come SWE-bench Verified (codifica), ragionamento e uso agente. Opus 4.1 migliora su compiti specifici come il refactoring e la gestione di progetti software complessi rispetto a Opus 4. Sonnet 4.5, pur non essendo al livello pieno di Opus in tutti i compiti più ardui, punta ad avvicinarsi molto, offrendo quasi “il meglio possibile” senza i costi estremi di Opus. Il fatto che possa operare per 30 ore come agente autonomo rappresenta un’innovazione importante nel campo.
  • Costo per token / efficienza economica. Opus è il più costoso: ogni token (input / output) costa di più che per Sonnet o Haiku. Sonnet rappresenta un compromesso: fornisce forte qualità, pur mantenendo costi più contenuti rispetto a Opus. Haiku 4.5 ha come obiettivo essere la scelta “economica” con prestazioni ragionevoli: costi più bassi per token rispetto a modelli più robusti.
  • Compiti di lunga durata / agentività autonoma. Qui Sonnet 4.5 evidenzia uno dei suoi punti di forza: la possibilità di operare autonomamente per decine di ore, mantenendo coerenza nel ragionamento e nelle attività. Opus è progettato per compiti agentici complessi, ma potrebbe avere limiti di “resistenza” se impiegato su compiti troppo lunghi rispetto al suo bilanciamento di costo/risorsa (anche se versioni aggiornate cercano di migliorare su questo aspetto). Haiku 4.5, essendo più leggero, è meno adatto a compiti agentici prolungati o orchestrazioni complesse lungo molte fasi.

Ogni modello Claude include meccanismi di allineamento per mitigare risposte indesiderate o pericolose. Tuttavia, modelli con capacità maggiori (come quelli agentici) possono esporre rischi più elevati di “comportamenti emergenti”, deviazione dall’intento desiderato, manipolazioni o uso improprio. Il bilancio tra potenza e controllo diventa critico: modelli come Opus o Sonnet 4.5, se mal configurati, potrebbero essere sfruttati in scenari di abuso più facilmente rispetto a versioni più leggere.

Studi recenti su “computer-using agents” mostrano che anche modelli molto avanzati possono accettare prompt che li spingono a compiere azioni pericolose (es: disabilitare firewall, creare backdoor), soprattutto se usati come agenti autonomi. È fondamentale un controllo rigoroso e limiti operativi.

Alla fine, non c’è un modello “migliore” in assoluto: la scelta dipende da contesto, budget, scala e complessità desiderata.

  • Haiku 4.5 è ideale per applicazioni che richiedono risposte snelle, interattive, con buone competenze generali, ma senza carichi estremi. Per chatbot aziendali, operazioni batch leggere, assistenti interni con limiti di budget e latenza, è una scelta sensata.
  • Sonnet 4 / 4.5 è più adatto quando il contesto diventa complesso ma non stratosferico: si vogliono capacità robuste senza il costo pieno di Opus. È ottimo per agenti che svolgono compiti continuativi, sviluppo software non ultra-specializzato, automazione di processi di medio-alta complessità.
  • Opus 4 / Opus 4.1 è destinato ai casi in cui servono prestazioni di punta: sistemi agentici con alto ragionamento, utilizzo di strumenti complessi, codifica avanzata, analisi complesse. Dove il budget e le risorse lo permettono, Opus rappresenta il massimo attualmente disponibile nel panorama Claude.

Sul piano della disponibilità, Haiku 4.5 è oggi accessibile tramite l’API Claude semplicemente utilizzando il nome claude-haiku-4-5. E non resta confinato nella piattaforma Anthropic: è già stato reso disponibile anche su Amazon Bedrock, tramite inferenza distribuita in più regioni, rendendo possibile il suo uso in ambienti aziendali su scala globale.

Ma non tutti sono entusiasti: nella comunità online emergono osservazioni e preoccupazioni. In forum come Reddit, alcuni utenti notano che il prezzo di Haiku 4.5 è già in aumento rispetto al 3.5, e si chiedono se questo passaggio verso un modello “economico” non nasconda un cambiamento di strategia (o l’introduzione di limiti nascosti). Anche nei forum tecnici si discute se questo modello sarà davvero in grado di sostituire in molti casi Sonnet, o se resterà una via intermedia.

Da un punto di vista più ampio, Haiku 4.5 incarna le tensioni attuali nel mondo dell’IA: da una parte, la corsa a modelli sempre più potenti (come Opus), dall’altra la necessità di rendere l’IA accessibile: modelli “ridotti” ma intelligenti, che non costringano chi vuole sperimentare o scalare su vasta scala a investimenti proibitivi. In questo senso, Haiku 4.5 potrebbe accelerare l’adozione dell’IA da parte di aziende medie, startup o progetti con budget contenuti.

Di Fantasy