Con la Worldwide Developers Conference (WWDC) 2025, Apple ha svelato al mondo il suo nuovo “Foundation Models Framework”, un’iniziativa che punta a portare i modelli di intelligenza artificiale direttamente sui dispositivi degli utenti, senza passare dal cloud. L’obiettivo è chiaro: offrire agli sviluppatori la possibilità di integrare funzionalità AI potenti e rispettose della privacy all’interno delle proprie applicazioni, sfruttando la capacità di calcolo on-device. Tuttavia, nonostante l’entusiasmo iniziale che ha accompagnato l’annuncio, il riscontro dalla comunità degli sviluppatori appare finora tiepido, tra dubbi sulle prestazioni e critiche sulle limitazioni attuali.

Il Foundation Models Framework si presenta come un kit di sviluppo software (SDK) che consente di accedere ai modelli di intelligenza artificiale già installati su iPhone, iPad, Mac e altri dispositivi Apple. Grazie a un’interfaccia snella, gli sviluppatori possono implementare funzioni di generazione AI nelle loro app con poche righe di codice, abbassando così la barriera tecnica e i tempi di sviluppo. Questa strategia mira a creare un ecosistema AI simile a quello dell’App Store, dove innovazione e accessibilità siano alla portata di tutti.

Un aspetto fortemente enfatizzato da Apple è la tutela della privacy. L’elaborazione on-device garantisce che i dati degli utenti non debbano essere inviati a server esterni, un valore sempre più apprezzato nell’era digitale attuale. Paul Main, fondatore di Automatic e creatore dell’app di journaling Day One, ha accolto positivamente questo approccio, sottolineando come l’integrazione di AI e privacy possa offrire un’esperienza utente rispettosa e innovativa.

Eppure, al di là delle promesse, gli sviluppatori non nascondono le proprie perplessità. Il Wall Street Journal ha raccolto diverse opinioni critiche: uno dei nodi principali è la mancanza di trasparenza sui modelli AI effettivamente forniti dal framework. Nel materiale ufficiale Apple si parla genericamente di modelli “utilizzabili offline e basati su inferenza AI gratuita”, senza alcuna descrizione dettagliata delle capacità o delle architetture impiegate.

La questione del “perfezionamento” (fine-tuning) è particolarmente sentita da chi sviluppa applicazioni in settori verticali. La possibilità di adattare i modelli AI ai dati proprietari è cruciale per garantire accuratezza e performance specifiche. Il fatto che al momento non sia possibile effettuare questa personalizzazione rappresenta un grosso limite: molte realtà, soprattutto aziendali, trovano il modello on-device troppo rigido per le proprie esigenze. Benjamin Wong, fondatore di Word Swag, app di grafica AI, ha confessato di aver testato modelli più piccoli su iPhone, ma li ha giudicati insufficientemente potenti per un uso pratico.

Non manca poi la critica sull’assenza di funzionalità multimodali. Jack Yadegary, CEO di Cal AI, app per il monitoraggio calorico basata sull’intelligenza artificiale, ha evidenziato come il framework attuale sia limitato al solo input testuale, escludendo applicazioni che richiedono analisi di immagini, ad esempio per calcolare calorie da fotografie di cibo. Questa mancanza riduce di molto la portata delle potenzialità AI che gli sviluppatori possono sfruttare.

Il clima generale tra gli sviluppatori è di attesa, ma con scetticismo. Roman Caves, CEO dell’app di consulenza per incontri Rizz, ha ammesso di non avere grandi aspettative riguardo alla qualità dei modelli. Anche Atul Kakkar, responsabile prodotto dell’app finanziaria Origin, ha manifestato una certa delusione: “Come sviluppatore, non sono particolarmente entusiasta di quello che Apple sta lanciando”.

In un momento storico in cui la concorrenza nel settore AI è serratissima, con giganti del cloud che offrono modelli sempre più potenti, versatili e personalizzabili, la proposta di Apple rischia di apparire meno innovativa e più conservativa. Nonostante l’indubbio valore della privacy e della potenza on-device, l’attuale tecnologia sembra ancora non all’altezza delle esigenze di sviluppatori e utenti più esigenti.

Il Foundation Models Framework è comunque disponibile da subito per i test tramite l’Apple Developer Program, con una beta pubblica prevista per il prossimo mese. Sarà interessante osservare come Apple risponderà a queste critiche e se riuscirà a evolvere il framework per soddisfare le richieste di una comunità di sviluppatori sempre più esigente e competitiva.

Di Fantasy