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In un lancio più sobrio che spettacoloso, Apple ha introdotto oggi, via comunicato stampa, le versioni aggiornate di iPad Pro, MacBook Pro e Vision Pro, tutte spinte dal nuovo chip M5. Il design esterno resta sostanzialmente invariato — se non per un leggero affinamento nella fascia del visore e qualche variazione nei materiali — ma dentro, sotto la scocca, cambiano parecchie cose. I dispositivi saranno disponibili a partire dal 22 ottobre 2025, con i preordini già aperti.

Il salto più grande riguarda proprio il chip: M5 è costruito con tecnologia a 3 nanometri di terza generazione e introduce migliorie significative su CPU, GPU, Neural Engine e banda di memoria unificata. Apple dichiara che il chip offre un picco di prestazioni GPU fino a quattro volte superiori a quelle dell’M4 e una maggiore efficienza energetica, oltre a supportare carichi di lavoro AI più intensi grazie ai Neural Accelerators integrati nei core grafici.

Su iPad Pro, Apple sostiene che le prestazioni nei compiti legati all’IA aumenteranno di 3,5 volte rispetto al modello precedente con chip M4. Il multitasking guadagna robustezza grazie a iPadOS 26, che introduce nuove modalità di interazione e compatibilità con display esterni fino a 120 Hz.

Nel caso del Vision Pro, l’aggiornamento M5 porta con sé un aumento della frequenza di refresh fino a 120 Hz (contro i 100 Hz del modello M2) e una resa più nitida dei pixel grazie a un miglioramento del rendering. Anche l’autonomia migliora: Apple promette circa 30 minuti in più, arrivando a 2,5 ore di uso generale e 3 ore in riproduzione video. Inoltre, è stata introdotta una nuova fascia Dual Knit che dovrebbe ridurre l’affaticamento durante lunghe sessioni d’uso.

Per il MacBook Pro, l’upgrade si concentra sull’infusione del chip M5 su una configurazione “entry-level”: nessuna rivoluzione di design, ma migliori prestazioni grafiche, supporto AI più robusto e maggiore agilità nel workflow creativo.

Apple mantiene i prezzi invariati rispetto ai modelli precedenti: il MacBook Pro a partire da 1.599 USD, l’iPad Pro da 999 USD e il Vision Pro al prezzo “premium” di 3.499 USD.

Ciò che rende interessante il lancio non è soltanto il chip: è il modo in cui Apple sta spingendo l’IA “on-device”. Con l’M5, dispositivi come iPad e MacBook Pro non saranno più solo strumenti di input/output, ma potenzialmente attivatori di applicazioni generative, modelli linguistici locali, elaborazioni neurali avanzate. In altre parole, Apple potenzia la promessa che l’IA possa funzionare in gran parte direttamente sul dispositivo, senza dover fare affidamento esclusivo su cloud esterni.

Nel mercato della Mixed Reality, l’aggiornamento del Vision Pro rappresenta un tentativo di reagire a critiche riguardo a prezzo, peso e usabilità. Migliorare comfort, autonomia e fluidità visiva è una strategia ragionata, soprattutto in vista della concorrenza: già il giorno dopo l’annuncio, Samsung ha rivelato che lancerà presto il suo visore XR “Infinite”, destinato a competere direttamente con il Vision Pro.

Ma non mancano le incognite. Apple non ha cambiato radicalmente il design né innovato radicalmente l’hardware fotografico o strutturale: chi cercava grandi novità estetiche resterà probabilmente deluso. L’implementazione del chip M5 nei modelli attuali implica che gli upgrade hanno limiti imposti dall’hardware esistente — dissipazione termica, compatibilità con le batterie, efficienza del software saranno fattori critici. Inoltre, il successo dell’approccio AI on-device dipenderà anche dagli sviluppatori: per sfruttare i Neural Accelerators e i miglioramenti grafici serviranno app e modelli ottimizzati per il nuovo silicio.

Apple ha scelto un aggiornamento sostanziale ma paziente: non una rivoluzione visibile, ma una sottile transizione verso dispositivi più intelligenti e autonomi. Con il chip M5, il colosso di Cupertino conferma che l’IA è ormai parte integrante della sua roadmap, non un’aggiunta accessoria.

Di Fantasy