Una delle più grandi case editrici del mondo ha deciso di includere una dichiarazione che rifiuta l’uso dell’apprendimento dell’intelligenza artificiale (AI) nei suoi libri cartacei. Sebbene sia diventato comune vietare lo scraping online, questa è la prima volta che una simile clausola viene aggiunta a un libro cartaceo.
Secondo quanto riportato il 18 ottobre, Penguin Random House sta rivedendo le dichiarazioni di copyright per tutte le sue pubblicazioni. Di conseguenza, la pagina standard del copyright per i nuovi libri e le ristampe affermerà: “Nessuna parte di questo libro può essere utilizzata o riprodotta in alcun modo per addestrare tecniche o sistemi di intelligenza artificiale”.
Inoltre, si precisa che, secondo il diritto dell’Unione Europea (UE), “questo lavoro è espressamente escluso dall’eccezione di text e data mining”, il che significa che il materiale non dovrebbe essere utilizzato per l’apprendimento tramite intelligenza artificiale.
Penguin Random House, il più grande editore di libri al mondo, celebrerà il suo centenario l’anno prossimo. Si ritiene che sia il primo grande editore a includere elementi relativi all’intelligenza artificiale nelle pagine protette dai diritti d’autore dei libri cartacei.
Tuttavia, questa dichiarazione non riguarda realmente la questione del copyright, ma funge piuttosto da avvertimento simile al robots.txt contro lo scraping online. Viene interpretata come un appello a un divieto volontario da parte delle aziende di intelligenza artificiale, piuttosto che come una questione legale. Infatti, aziende come OpenAI e Anthropic hanno già ignorato i divieti di scraping.
Inoltre, la protezione del copyright esiste indipendentemente dalla presenza di una pagina protetta nei libri e, in alcuni casi, è possibile l’uso equo anche se il titolare dei diritti si oppone.
In agosto, Penguin Random House aveva affermato che “difenderà vigorosamente la proprietà intellettuale dei nostri autori e artisti” e che “utilizzerà strumenti di intelligenza artificiale generativa in modo selettivo e responsabile quando ci sarà una chiara ragione per raggiungere i nostri obiettivi”. Questo lascia aperta la possibilità di future trattative con le aziende di intelligenza artificiale.
Infine, quest’anno, editori accademici come Taylor & Francis, Wiley, l’Università di Oxford e l’Università di Cambridge hanno annunciato partnership di licenza con società di intelligenza artificiale.