La casa automobilistica tedesca Volkswagen (VW) ha recentemente annunciato, durante il CES 2024, l’integrazione di ChatGPT, un famoso chatbot AI, nei suoi veicoli. Questa funzionalità sarà disponibile per l’intera gamma di prodotti VW, incluso il loro segmento di veicoli elettrici. Il lancio in Europa è confermato, con possibili piani per espandersi negli Stati Uniti.

Nonostante ciò, VW non è la prima a intraprendere questa strada. Mercedes-Benz, già nel giugno 2023, aveva integrato un simile bot conversazionale nel suo sistema di infotainment MBUX. Tuttavia, circa 900.000 proprietari americani hanno criticato l’integrazione come poco utile, poiché non vedevano il valore aggiunto rispetto ai comandi fisici già presenti.

General Motors, con la sua filiale Cruise in difficoltà, ha annunciato a marzo dello scorso anno l’intenzione di sviluppare un assistente virtuale basato su modelli AI simili a ChatGPT. Anche DS, un marchio francese di auto di lusso, si è distinto per essere il primo in Europa ad incorporare ChatGPT nei suoi sistemi di infotainment, offrendolo gratuitamente per sei mesi a partire dal 19 ottobre 2023 in una fase pilota limitata a 20.000 persone.

Tuttavia, la questione della privacy rimane preoccupante. Nonostante Mercedes affermi di proteggere i dati degli utenti, conserva e analizza le chat con GPT nel suo Mercedes-Benz Intelligent Cloud. Gli sviluppatori possono esaminare le conversazioni per migliorare il sistema di controllo vocale.

La controversia attorno a ChatGPT, vista la sua capacità di divulgare informazioni personali e il suo uso discutibile in vari settori, solleva dubbi sull’etica e la privacy dei dati. Questo è particolarmente rilevante nel contesto automobilistico, un settore già criticato dalla Mozilla Foundation per le sue pratiche di privacy.

La ricerca evidenzia come alcuni marchi automobilistici, tra cui VW, Mercedes-Benz, KIA e General Motors, abbiano politiche di raccolta dati invadenti. L’integrazione di AI generativa potrebbe peggiorare la situazione.

Nonostante l’interesse per l’AI generativa, il suo impiego nelle auto rimane incerto. Un’auto dovrebbe essere un ambiente funzionale per guidare, ascoltare musica e raggiungere destinazioni. Gli aspetti pratici dell’interfaccia vocale si limitano spesso a semplici comandi, rendendo dubbia la necessità di funzioni avanzate come ChatGPT.

Restano aperte questioni relative alla proprietà dei dati delle conversazioni con il bot AI in caso di vendita del veicolo e alle implicazioni di un cambio di proprietario.

Kai Gruenitz di Volkswagen sottolinea l’importanza dell’utilizzo intuitivo e senza soluzione di continuità dell’auto, nonostante la definizione di ChatGPT come “rivoluzionario”. Le case automobilistiche, entusiaste di integrare tecnologie popolari, dovrebbero forse concentrarsi maggiormente sulle esigenze reali degli utenti.

Di Fantasy