L’azienda dietro ChatGPT, OpenAI, è stata oggetto di contenziosi legali da parte degli organi di vigilanza sulla privacy dei dati sia in Europa che negli Stati Uniti sin dal suo lancio nel novembre 2022.
Nella giornata di ieri, gli avvocati di OpenAI hanno risposto presentando una richiesta a un tribunale federale di San Francisco: chiedevano il rigetto della maggior parte delle cause legali intentate contro l’azienda, le quali affermano che l’intelligenza artificiale stessa viola i diritti d’autore. Non solo OpenAI sta lottando per realizzare il suo sogno americano, ma sembra anche essere in difficoltà nel guadagnare il favore dell’Unione Europea.
Mentre OpenAI difendeva il proprio caso nei tribunali statunitensi, l’azienda è stata colpita da un’incriminazione che mette in dubbio la sua conformità alle leggi dell’UE. Un documento di 17 pagine depositato presso l’autorità polacca di protezione dei dati (DPA) è stato redatto da Lukasz Olejnik, un ricercatore specializzato in sicurezza e privacy legato a uno studio legale di Varsavia chiamato GP Partners.
All’inizio di quest’anno, l’autorità italiana di vigilanza sulla privacy, conosciuta come il Garante, ha ordinato a OpenAI di sospendere temporaneamente il trattamento dei dati a livello locale. La richiesta era volta a risolvere una serie di questioni preliminari legate a basi legali, trasparenza delle informazioni, controlli degli utenti e sicurezza dei minori. Dopo alcune modifiche da parte dell’azienda, ChatGPT ha ripreso il servizio in tempi relativamente brevi.
Parallelamente all’indagine italiana, altre autorità di protezione dei dati dell’Unione Europea hanno avviato inchieste sul rispetto del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) da parte di ChatGPT. È notevole che il GDPR rappresenti uno dei regimi di protezione dei dati più rigorosi al mondo, spesso adottato come modello in tutto il pianeta.
All’inizio di aprile, le autorità europee per la protezione dei dati hanno unito le forze per affrontare insieme la regolamentazione delle tecnologie in rapida evoluzione. Il Comitato europeo per la protezione dei dati, l’organizzazione che coordina le autorità nazionali di protezione dei dati, ha annunciato l’intenzione di istituire una task force dell’UE per coordinare indagini e applicazioni delle normative.
Nel mese di maggio, l’Unione Europea ha proposto una legislazione che sarà tra le prime a regolamentare l’uso dell’intelligenza artificiale. Inizialmente definita come “eccessiva regolamentazione” da Sam Altman, il capo di OpenAI, tale proposta ha subito una revisione a seguito di un’ampia reazione mediatica. Altman ha poi sottolineato che OpenAI è impegnata a operare in Europa.
Mentre Sam Altman si rifiuta di allontanarsi dall’Europa, le autorità locali e gli esperti tecnologici non sono entusiasti di rimanere dipendenti dalla nuova tecnologia di intelligenza artificiale proveniente dalla Silicon Valley.
Il circolo dell’intelligenza artificiale in Europa è stanco di regolamentare i giganti tecnologici statunitensi da lontano e spera che le startup locali possano creare tecnologie simili a quelle di OpenAI. Tra i protagonisti di questa comunità c’è la startup francese Mistral, che ha raccolto 100 milioni di dollari senza ancora lanciare un prodotto. Un’altra nota realtà è Aleph Alpha, fondata da Jonas Andrulis, ex membro del team di intelligenza artificiale di Apple. Aleph Alpha offre già intelligenza artificiale generativa come servizio a oltre 10.000 clienti paganti, tra aziende e governi.
Molte persone in Europa credono fermamente che sia necessario avere una controparte per contrastare il dominio americano nell’ambito dell’IA, e non solo per ragioni economiche. La comunità europea dell’intelligenza artificiale ha sottolineato che le aziende del continente saranno probabilmente più sensibili alla privacy e alla protezione dei dati rispetto ai loro omologhi statunitensi. Ad esempio, Aleph Alpha sta lavorando per assicurare che le lingue europee non siano escluse dai progressi dell’intelligenza artificiale.
Certo, vi sono opinioni scettiche sull’effettiva capacità di startup come Aleph Alpha di competere con i giganti come Google e OpenAI. Tuttavia, molti sperano che queste nuove realtà possano fornire una forte concorrenza alla Silicon Valley in un campo che potrebbe portare a una vera rivoluzione tecnologica.
Mentre OpenAI cerca di difendersi dalle accuse nei tribunali americani, rimane esposta a rischi normativi nell’UE. L’azienda guidata da Sam Altman potrebbe dover affrontare l’attenzione delle autorità di protezione dei dati in seguito a reclami di cittadini europei. Nel frattempo, violazioni confermate del GDPR possono risultare in multe fino al 4% del fatturato annuo globale.
La controversia sulla privacy dei dati e sulla sicurezza tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti è stata oggetto di attesa da molto tempo. Gli interventi correttivi richiesti dalle autorità di protezione dei dati potrebbero influenzare il funzionamento delle tecnologie se queste desiderano continuare a operare all’interno dell’Unione. Mentre la pressione sui regolatori e su OpenAI cresce, il risultato della valutazione in ambito UE e globale rimane da vedere.