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È stato rivelato che la Cina sta realizzando un vasto data center ai margini del deserto del Gobi, nella provincia dello Xinjiang, una regione abitata dalla minoranza uigura. Questo centro dati, di enorme portata, dovrebbe essere equipaggiato con oltre 115.000 chip di intelligenza artificiale ad alte prestazioni prodotti da Nvidia, suscitando grande preoccupazione a livello internazionale perché ciò rappresenta una chiara violazione del divieto di esportazione imposto dagli Stati Uniti.

Un’indagine approfondita di Bloomberg, pubblicata il 9 luglio, ha rivelato come aziende cinesi stiano pianificando investimenti massicci, con più di 115.000 unità GPU (unità di elaborazione grafica) distribuite in circa 30 data center nella città di Yiwu, situata nella parte occidentale desertica della Cina. Sebbene il progetto non sia paragonabile in scala ai data center che stanno costruendo giganti tecnologici come OpenAI, Meta, Amazon o xAI, la mole di GPU coinvolte potrebbe rappresentare un problema serio per il governo americano e per la sicurezza tecnologica globale.

Non è chiaro come la Cina stia ottenendo questi chip Nvidia, dato che la loro esportazione verso la Cina è severamente limitata dalle restrizioni statunitensi. Né gli esperti né i funzionari del settore in Cina, né i mercati neri, sembrano essere a conoscenza di una rete sofisticata e su larga scala che possa gestire un’acquisizione e una manutenzione di oltre 100.000 processori di questo tipo. L’amministrazione Biden stima che attualmente in Cina siano presenti circa 25.000 chip Nvidia soggetti a divieto, ma la cifra reale potrebbe essere molto più alta.

Nvidia stessa ha sottolineato come la costruzione e la gestione di un data center di questa scala richiedano sistemi estremamente complessi e non possano basarsi su chip di vecchia generazione ottenuti illegalmente. La compagnia ha inoltre precisato che non fornisce supporto tecnico o riparazioni per prodotti soggetti a restrizioni e che costruire un centro dati senza i chip all’avanguardia, la cui importazione è vietata, sarebbe ingegneristicamente insensato.

Bloomberg ha visitato la zona di Yiwu e ha confermato che il data center è effettivamente in costruzione. La posizione è strategica: la regione dispone di abbondanti risorse energetiche rinnovabili, come l’energia eolica e solare, oltre a impianti a carbone, che assicurano un approvvigionamento energetico stabile e conveniente. Inoltre, le basse temperature dell’altopiano aiutano a raffreddare efficacemente i server, aumentando l’efficienza operativa.

Documenti ufficiali rivelano che le amministrazioni locali dello Xinjiang e di altre aree hanno approvato la costruzione di ben 39 data center solo nell’ultimo trimestre dello scorso anno, i quali dovrebbero utilizzare complessivamente oltre 115.000 processori Nvidia. Una delle aziende coinvolte ha dichiarato che il progetto prevede l’uso di 625 server basati sul chip Nvidia “H100”, uno dei modelli più avanzati attualmente vietati negli USA. Complessivamente, per completare tutti i 39 data center, le aziende cinesi dovranno acquisire più di 14.000 server contenenti questi chip di ultima generazione.

È anche noto che diverse aziende cinesi di intelligenza artificiale, come DeepSec, hanno già iniziato collaborazioni con le autorità locali della regione di Yiwu. Un rappresentante di uno dei maggiori investitori ha confermato la firma di un contratto di investimento per un valore di circa 5 miliardi di yuan (poco meno di 700 milioni di euro), con piani di sviluppo estesi fino al 2036.

Questo massiccio progetto rappresenta una chiara strategia della Cina per aggirare le restrizioni imposte dagli Stati Uniti, spingendo sullo sviluppo delle proprie capacità nell’intelligenza artificiale. Indica anche la determinazione cinese nel cercare di ottenere chip Nvidia nonostante l’inasprimento delle sanzioni americane, segnalando un possibile aumento delle tensioni tecnologiche e geopolitiche nei prossimi anni.

Di Fantasy