Dove l’intelligenza artificiale (IA) cresce esponenzialmente, una figura inaspettata emerge come antagonista: Cloudflare. Tradizionalmente nota per i suoi servizi di sicurezza e performance web, l’azienda ha recentemente intrapreso un’azione che ha scosso l’industria dell’IA: bloccare di default i crawler IA e introdurre modelli di monetizzazione per l’accesso ai dati.
Cloudflare ha annunciato che, a partire da ora, tutti i nuovi domini registrati con i suoi servizi avranno i crawler IA bloccati di default. Solo con il permesso esplicito del proprietario del sito, questi bot potranno accedere e utilizzare i contenuti. Questa mossa segna una rottura con la tradizione del web, dove i contenuti venivano condivisi liberamente in cambio di visibilità e traffico.
Matthew Prince, CEO di Cloudflare, ha descritto questa iniziativa come una “Giornata dell’Indipendenza dei Contenuti”, sottolineando come l’IA stia sfruttando i contenuti online senza offrire un ritorno equo ai creatori. Secondo Prince, con l’avvento di strumenti come ChatGPT e Claude, è diventato “750 volte più difficile ottenere traffico” rispetto al passato, con conseguente perdita di valore per i contenuti originali.
Oltre al blocco dei crawler, Cloudflare ha introdotto il sistema “Pay Per Crawl”, che consente ai proprietari dei siti di addebitare una tariffa per l’accesso ai loro contenuti da parte delle IA. Questo modello mira a creare un’economia più equa, dove i creatori vengono compensati per l’utilizzo del loro lavoro da parte delle tecnologie emergenti.
Alcuni dei principali sostenitori di questa iniziativa includono Gannett Media, Condé Nast, Quora, Ziff Davis e Reddit. Queste aziende vedono in Cloudflare un alleato nella protezione dei loro contenuti e nella promozione di pratiche più sostenibili nell’era dell’IA.
Per contrastare lo scraping non autorizzato, Cloudflare ha sviluppato “AI Labyrinth”, un sistema che indirizza i crawler IA attraverso una serie di pagine ingannevoli, consumando le loro risorse e rallentando la raccolta di dati. Questo approccio innovativo non solo protegge i contenuti, ma aiuta anche a identificare e bloccare bot malevoli.
Inoltre, Cloudflare sta lavorando allo sviluppo di un marketplace che permetta ai proprietari dei siti di negoziare le condizioni di accesso ai loro dati con le aziende di IA, creando un ambiente più trasparente e regolamentato.
Mentre Cloudflare si posiziona come difensore dei diritti dei creatori di contenuti, le aziende di IA vedono queste misure come ostacoli alla loro crescita e innovazione. La necessità di ottenere permessi e pagare per l’accesso ai dati potrebbe rallentare lo sviluppo di nuovi modelli e applicazioni basate sull’IA.
Tuttavia, questa tensione evidenzia la necessità di un equilibrio tra l’innovazione tecnologica e la protezione dei diritti dei creatori. Cloudflare, con le sue nuove politiche, sta cercando di stabilire un precedente per una gestione più equa e sostenibile dei dati nel contesto dell’IA.