Grandi case editrici musicali contro Anthropic: Accusa di violazione del copyright
Le colossali case discografiche stanno mettendo sotto accusa la compagnia di AI, Anthropic, affermando che l’impresa ha utilizzato testi musicali protetti da copyright per perfezionare il suo chatbot LLM, noto come Claude. Quest’ultimo, che è stato recentemente aggiornato nella sua versione Claude 2, è diventato oggetto di controversia.
A portare avanti questa battaglia legale sono aziende del calibro di Concord, Universal e ABKCO, che affermano che Anthropic ha abusato dei loro diritti, causando danni significativi. La richiesta è stata presentata a Nashville, Tennessee, una sede che è celebre come il cuore pulsante della musica americana. Questa decisione strategica potrebbe inclinare la bilancia a favore delle case discografiche, data l’importanza del Tennessee nel mondo della musica.
Un contesto controverso
Dopo un notevole investimento di 4 miliardi di dollari da parte di Amazon in Anthropic, la querela arriva in un momento critico mentre le due aziende cercano di espandere la loro collaborazione.
Secondo le accuse, Anthropic non solo ha utilizzato il copyright senza autorizzazione, ma ha anche permesso ai suoi utenti di fare lo stesso. Gli editori affermano che l’AI dell’azienda, Claude, ha riprodotto pressoché esattamente canzoni come “Roar” di Katy Perry, oltre a molti altri brani famosi, senza filtri adeguati.
Critiche al modello di business di Anthropic
Gli accusatori sostengono che Anthropic ha lucrato enormemente sfruttando il materiale protetto da copyright, generando significativi profitti attraverso accordi commerciali e finanziamenti miliardari. Si fanno riferimenti a simili preoccupazioni emerse con la diffusione dell’intelligenza artificiale, in particolare dopo il rilascio di ChatGPT da parte del principale concorrente di Anthropic, OpenAI.
In aggiunta, si sottolinea come Claude riproduca testi simili a brani conosciuti su richiesta. Gli editori sono convinti che Anthropic potrebbe implementare facilmente sistemi per prevenire la distribuzione di contenuti protetti da copyright, ma ha scelto di non farlo.
Ripercussioni legali e rischi futuri
La causa presenta diverse accuse, tra cui violazioni dirette e indirette del copyright. Le possibili ripercussioni potrebbero costare a Anthropic fino a 150.000 dollari per ogni singola violazione, con un risarcimento totale che potrebbe raggiungere almeno 75 milioni di dollari.
Questa situazione potrebbe rappresentare un momento cruciale per le aziende di AI. L’equilibrio tra diritti di proprietà intellettuale e progresso tecnologico sarà un tema di crescente rilevanza. Si pone la domanda: l’AI può operare nel rispetto delle leggi sul copyright esistenti e delle normative sul fair use?
Crescenti sfide legate al copyright nell’era AI
Anthropic non è la prima compagnia a trovarsi sotto accusa per la formazione AI basata su dati protetti da copyright. Precedenti casi hanno coinvolto sia OpenAI che Meta, rivelando una crescente preoccupazione tra gli autori riguardo all’uso indiscriminato dei loro lavori.
Gli esperti ritengono che la questione sulla liceità dell’uso dei dati nel training delle AI potrebbe raggiungere la Corte Suprema. Le aziende cercano protezioni legali, mentre le istituzioni cercano di regolamentare le pratiche dell’IA.
Con la posta in gioco che cresce, il risultato della contesa tra le case discografiche e Anthropic potrebbe avere ripercussioni sulla direzione futura dell’intelligenza artificiale nel suo complesso.