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L’industria dello streaming si muove in un campo di battaglia dove il contenuto è il re, ma l’intelligenza artificiale (AI) è il vero stratega. L’enorme interesse manifestato da piattaforme come Netflix verso l’acquisizione o l’accesso privilegiato ai vasti cataloghi storici, come quello della Warner Bros., non è più dettato unicamente dalla necessità di ampliare l’offerta per gli abbonati. Dietro la promessa di offrire “più di ciò che amano” si cela una motivazione strategica molto più profonda: trasformare archivi centenari di film e serie TV in un inestimabile “tesoro di intelligenza artificiale”.

Il catalogo Warner Bros., che spazia dai classici senza tempo come Casablanca e Citizen Kane ai fenomeni moderni come Harry Potter, le serie DC Comics e Friends, rappresenta una quantità e una varietà di dati non strutturati che pochi altri asset al mondo possono eguagliare. Per l’AI, questa libreria di centodue anni di storytelling è una risorsa ineguagliabile per l’addestramento di modelli generativi di prossima generazione. Netflix, che da tempo è stata all’avanguardia nell’utilizzare l’apprendimento automatico per ottimizzare il proprio algoritmo di raccomandazione e persino per decidere quali progetti ricevere il via libera per la produzione (il cosiddetto algorithmic greenlighting), vede in questo trove la chiave per affinare ulteriormente queste capacità predittive e creative. Il machine learning può analizzare le complesse strutture narrative, i ritmi di montaggio, i dialoghi e le reazioni del pubblico su una scala e una profondità che consentirebbero all’AI di definire con ancora maggiore precisione le formule di successo per il futuro.

Ma l’impiego dell’AI va oltre l’ottimizzazione interna della piattaforma. Una delle implicazioni più futuristiche di un simile accordo risiede nella possibilità di consentire l’accesso con licenza ai franchise iconici per la creazione di contenuti generati dagli utenti. L’idea, già ventilata da major concorrenti come Disney, è di offrire agli abbonati premium gli strumenti per creare i propri video, mash-up e meme utilizzando personaggi ufficiali come Harry Potter, i supereroi DC, o i cacciatori di demoni KPop in un’ottica di divertimento creativo e personalizzato. Se finora tali creazioni venivano realizzate al confine della legalità del copyright, l’integrazione ufficiale renderebbe questo processo una feature a pagamento, trasformando la proprietà intellettuale da mero asset di visione a un potente strumento creativo per i fan.

Questa mossa strategica sottolinea come le “guerre dello streaming” si stiano trasformando in una corsa agli armamenti digitali. L’azienda che possiede la migliore AI e i dati più ricchi non sarà solo in grado di battere la concorrenza nella fidelizzazione degli spettatori attuali, ma sarà anche in grado di definire il “prossimo secolo della narrazione”. La capacità di generare contenuti nuovi, rilevanti e immediatamente personali su vasta scala, sfruttando la risonanza emotiva dei personaggi storici, è il vero motore della futura crescita. L’obiettivo ultimo di Netflix di “intrattenere il mondo” si realizza quindi non solo acquisendo vecchi film da mostrare, ma sbloccando il loro potenziale come materia prima algoritmica, assicurando così che il passato cinematografico diventi il fondamento tecnologico per la creazione di un futuro illimitato di meme e storie personalizzate.

Di Fantasy