Nell’era del dato strutturato e semistrutturato, le applicazioni AI—dalla generazione di testo alla gestione di memoria contestuale—si affidano sempre più ai database documentali. Ma scegliere una soluzione proprietaria significa spesso trovarsi incastrati in tecnologie chiuse, con costi crescenti e difficoltà a migrare. Proprio in risposta a queste sfide, si muove un passo significativo: DocumentDB, progetto open-source nato da Microsoft, entra sotto l’egida della Linux Foundation, portandosi in dote il sostegno di AWS e Google. Un cambio di paradigma che promette più libertà, interoperabilità e risparmio per le aziende.
Inizialmente lanciato da Microsoft a gennaio 2025, DocumentDB è un’estensione PostgreSQL progettata per gestire dati BSON e query in stile documentale. Con la sua natura open-source, è diventato rapidamente un punto di riferimento per chi ricerca alternative a MongoDB, sempre più vincolato da licenze proprietarie.
Il trasferimento alla Linux Foundation ha una valenza simbolica e concreta: assicura una governance neutrale, svolta alla collaborazione comunitaria e un futuro stabile e trasparente per il progetto.
Una delle scelte più forti di DocumentDB è la sua base su PostgreSQL, un database maturo, affidabile e con un ricco ecosistema di strumenti. Questo offre immediatamente vantaggi in termini di backup, monitoraggio, ACID compliance e performance.
Il valore aggiunto? L’estensione che permette compatibilità con i driver MongoDB, grazie a un gateway che traduce le chiamate Mongo in istruzioni PostgreSQL. È un ponte tra due mondi che facilita l’interoperabilità e l’adozione.
Il passo successivo è stato naturale: grandi attori come AWS e Google si sono uniti al progetto, confermando il loro contributo nel Technical Steering Committee e ribadendo il valore della scelta aperta e condivisa.
AWS ha confermato che porterà nel progetto open-source le innovazioni derivate dal suo servizio proprietario DocumentDB, innescando un circolo virtuoso tra open source e soluzioni aziendali.
Anche il mondo PostgreSQL—representato da figure come Bruce Momjian di Cockroach Labs—ha accolto favorevolmente l’iniziativa, descrivendola come un significativo passo avanti per chi cerca flessibilità e semplicità mantenendo la potenza di Postgres.
L’ingresso di DocumentDB nella Linux Foundation risponde a tre bisogni fondamentali:
- Limitare il vendor lock‑in: con una soluzione open e neutrale, le aziende possono scegliere la propria infrastruttura senza rimanere legate a un solo fornitore.
- Risparmio e scalabilità: portare l’ecosistema MongoDB su PostgreSQL riduce i costi di licenza e sfrutta strumenti collaudati, con un’infrastruttura più economica e modulare.
- Comunità e innovazione distribuita: progetti gestiti in modo trasparente, con roadmap condivise e contributi da più vendor, tendono a essere più resilienti e dinamici.