All’inizio di settembre 2025 si accende sotto i riflettori uno dei progetti più audaci nel panorama dell’intelligenza artificiale applicata all’arte: “Critterz”, un film d’animazione realizzato interamente con Sora, il modello di generazione video di OpenAI. La notizia, riportata da AI Times il 8 settembre, conferma che il corto sarà presentato al Festival di Cannes nella prossima edizione del maggio 2026—seguendo così la traiettoria di successo dei debutti cinematografici d’avanguardia.

Dietro Critterz c’è una scelta chiara: mostrare come l’IA possa proporsi non soltanto come strumento di supporto produttivo, ma come autentico mezzo creativo. Sora—che fino ad ora era rimasta per lo più nell’ombra nel panorama marketing di OpenAI—ora fa il suo ingresso ufficiale sul grande schermo, proprio attraverso una produzione originale ideata dagli esperti dell’azienda.

C’è qualcosa di magico, e allo stesso tempo pratico, nel vedere un’IA come Sora trasformarsi in regista virtuale. Pensalo come uno specchio dell’immaginazione: non solo capace di tradurre in immagini le idee, ma anche di generare atmosfere, movimenti e narrazioni visive con una fluidità sorprendente. Ogni dettaglio di Critterz —dalla gestualità dei personaggi alla composizione delle scene— è un risultato della potenza dell’algoritmo nel leggere e restituire la creatività umana in forma audiovisiva.

Per OpenAI, Critterz rappresenta più di un corto indipendente: è la prima campagna visiva di Sora in grande formato, scelta strategica per mettere in luce le potenzialità visive del modello in contesti culturali di rilievo. Cannes, con il suo fascino internazionale, diventa il palcoscenico perfetto per passare dal silenzio al clamore, attirando l’attenzione non solo del mondo tech, ma anche di registi, cineasti e pubblico. Un debutto che promette di segnare la nascita di un nuovo legame tra IA e cinema.

Questo progetto solleva una domanda inevitabile: cos’altro potremo aspettarci da modelli come Sora? Se oggi è in grado di creare un’animazione intera, domani potremmo vederli co-sceneggiatori, storyboarder o perfino registi artistici—strumenti che accompagnano, amplificano e riscrivono le logiche tradizionali del racconto visivo. E a guadagnarci, in fin dei conti, è la capacità di collaborare in modo creativo con la tecnologia.

Di Fantasy