Immagina un ingegnere che non resta in ufficio, immerso fra righe di codice e cicli di sprint, ma piuttosto si avventura sul campo, fianco a fianco con chi utilizza davvero il prodotto. Questo è il cuore del ruolo di Forward Deployed Engineer (FDE), una figura ibrida che coniuga la solidità tecnica di uno sviluppatore con la vision strategica di un consulente, perfettamente calata nel contesto del cliente.
Tutto parte da Palantir, pioniera di questo modello. Nei primi anni, i suoi ingegneri venivano fisicamente inviati in centri di comando militare, task force governative o sedi strategiche — luoghi dove la tecnologia doveva integrarsi con procedure operative delicate e contesti classificati. Era un approccio apparentemente costoso e marginale, ma si è rivelato presto un prototipo di successo e un trampolino per l’espansione nell’AI aziendale.
Il modello FDE è diventato ben presto la spina dorsale del successo per le aziende AI, soprattutto quando si tratta di chiudere accordi milionari con realtà enterprise complesse.
Cosa fa in concreto un FDE? Non si tratta di un venditore, né di un architetto di soluzioni o di un consulente tradizionale. Plasmata tra sviluppo, prodotto e relazione con il cliente, la figura dell’FDE:
- Si imbatte sul campo nel flusso operativo reale del cliente, entrando nel vivo dei problemi quotidiani;
- Sfrutta il suo know‑how tecnico per personalizzare o sviluppare soluzioni rapide, evitando di costruire ogni cosa da zero;
- Comunica efficacemente con stakeholder sia tecnici che non tecnici;
- Agisce di fatto come una estensione del team del cliente, colmando il gap spesso letale tra “produttore” e “utilizzatore”.
In questo, l’FDE è molto più di un semplice consulente: è un “costruttore sul campo”, portatore di soluzioni reali che funzionano e generano valore tangibile.
Nel corso degli anni, il ruolo di FDE è uscito dal ristretto ambito di Palantir per affermarsi come una modalità operativa strategica per molte aziende AI: OpenAI, Salesforce, MongoDB, Databricks, Snowflake e startup emergenti stanno adottando questa formula per garantire rapidità e personalizzazione nel deployment dei propri sistemi.
OpenAI, in particolare, ha parlato di nuova leva per accelerare l’adozione enterprise dell’AI: ha lanciato il ruolo di FDE per aiutare i grandi clienti a passare dalle sperimentazioni a deploy su larga scala, anche attraverso un’espansione globale dei team e pacchetti remunerativi molto competitivi.
Gli aspetti che rendono i FDE così richiesti oggi sono:
- Elevata personalizzazione e velocità di reazione: l’FDE entra subito in contatto con bisogni e vincoli reali, e modella soluzioni operative in tempo reale;
- Riduzione dei rischi nei progetti di trasformazione digitale: evitare ritardi e fraintendimenti tra prodotto e implementazione è spesso la chiave per il successo;
- Percorso ideale verso l’imprenditorialità tech. Questo lo dimostra il caso di Palantir: molti ex‑FDE sono diventati fondatori di startup, grazie alla mentalità “risolvi, costruisci, decidi” che il ruolo stimola.
Il ruolo di Forward Deployed Engineer incarna una rivoluzione nel modo di concepire lo sviluppo software nell’era dell’AI enterprise. Ridisegna i confini tradizionali dell’ingegneria, combinando codice, contesto, cliente e strategia in modo dinamico e privo di barriere.
Diventare un FDE significa saper ascoltare processi, interpretare dati del mondo reale, scrivere codice che risponda davvero a una missione, e — spesso — essere forgiato in quel “campo”, in scenari ad alta pressione, pronta a far brillare la tecnologia dove conta davvero.