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Il dramma aziendale che ha scosso il mondo della tecnologia nel novembre 2023, con il fulmineo licenziamento e il trionfale ritorno del CEO di OpenAI, Sam Altman, si arricchisce di nuovi e sconcertanti dettagli. Quella crisi, che ha rivelato un profondo conflitto ideologico tra la velocità dello sviluppo commerciale e l’etica della sicurezza nell’Intelligenza Artificiale (AI), nascondeva in realtà una trama di potere che includeva discussioni concrete per una fusione tra OpenAI e il suo principale rivale etico, Anthropic.

Queste rivelazioni emergono da una deposizione in tribunale recentemente divulgata, parte della causa intentata dal CEO di Tesla ed ex co-fondatore di OpenAI, Elon Musk. La deposizione di 60 pagine, rilasciata da Ilya Sutskever, co-fondatore di OpenAI ed ex capo scienziato, getta luce sulle manovre condotte dal consiglio di amministrazione non-profit subito dopo l’estromissione di Altman.

Secondo la testimonianza di Sutskever, durante i quattro giorni di caos in cui Altman era fuori gioco, si erano tenute discussioni effettive con Anthropic sulla possibilità di una fusione tra le due entità. Anthropic, fondata dai fratelli Amodei — Dario Amodei, l’attuale CEO, e Daniela Amodei — dopo aver lasciato OpenAI nel 2020 per divergenze sulla filosofia e sulla sicurezza dell’AI, era vista da alcuni membri del consiglio come un partner ideale per riallineare l’organizzazione ai suoi principi originari di sicurezza.

L’ipotesi di fusione includeva la possibilità che Dario Amodei potesse assumere la guida di OpenAI. Questo scenario avrebbe creato un colosso dell’AI guidato da una figura storicamente critica nei confronti della rapida commercializzazione promossa da Altman e dal co-fondatore Greg Brockman.

È noto che alcuni membri del consiglio d’amministrazione, in particolare Helen Toner, erano attivamente coinvolti in questa operazione. Poco prima del licenziamento di Altman, Toner aveva manifestato pubblicamente la sua critica nei confronti della gestione di OpenAI, schierandosi a favore di Anthropic.

Nonostante l’interesse di Anthropic, la trattativa alla fine naufragò. La società stessa ha affermato che a far fallire l’accordo furono “sostanziali ostacoli presentati da Anthropic”, che probabilmente riguardavano questioni complesse relative alla partecipazione azionaria degli investitori e alla struttura di governance in caso di unione tra le due aziende.

Le carte processuali rivelano molto di più di un semplice intrigo aziendale; svelano la vera natura del conflitto che ha portato alla cacciata di Altman. Sutskever, una delle figure chiave che aveva orchestrato il licenziamento, aveva presentato al consiglio un dossier di 52 pagine in cui accusava Altman di aver “costantemente nascosto informazioni, manipolato il management e alimentato la sfiducia interna”. Il rapporto includeva dettagli su conversazioni riservate con il CTO Mira Murati e specifici casi di conflitto tra i due leader di OpenAI e il rivale Dario Amodei.

Tuttavia, Sutskever stesso ha dichiarato: “Personalmente non volevo che le due aziende si fondessero”, suggerendo che la motivazione del licenziamento fosse incentrata sulla figura di Altman, piuttosto che sulla necessità di una fusione con Anthropic. Questa complessità di posizioni evidenzia come il conflitto fosse un miscuglio esplosivo di ideologie sull’AI e dinamiche interpersonali.

Il dramma si concluse con la risoluzione del consiglio non-profit e il ritorno trionfale di Altman quattro giorni dopo, sostenuto da una massiccia protesta di oltre 700 dipendenti che avevano minacciato dimissioni di massa. Anche Ilya Sutskever, l’architetto del putsch, cambiò posizione, schierandosi a favore del ritorno di Altman. OpenAI ha successivamente respinto le accuse di Sutskever, affermando che un’indagine indipendente aveva confermato Altman e Brockman come i “leader giusti per l’organizzazione”.

L’intera saga di OpenAI e del suo CEO è entrata a pieno titolo nell’immaginario collettivo, dimostrando quanto l’AI sia ormai un tema centrale non solo in economia ma anche nella cultura popolare. L’anno prossimo, il dramma verrà adattato per il cinema in una commedia nera intitolata “Artificial”, con l’attore Andrew Garfield nel ruolo del CEO Altman. Questa vicenda ha anche già trovato la via del palcoscenico, con un’opera teatrale di successo intitolata “Doomers” nel 2024, cementando il tech drama di OpenAI come uno degli eventi più influenti e narrativamente ricchi dell’epoca moderna.

Di Fantasy