Quando è nata l’idea della smart TV, l’aspirazione era chiara: portare sul grande schermo non solo canali tradizionali, ma contenuti digitali, app, streaming, interazione. Ma finora, nella maggior parte dei casi, l’interazione è rimasta meccanica: comandare con il telecomando, cercare per titolo, navigare tra menu. Google ha deciso che è il momento di cambiare profondamente questo rapporto: ha annunciato il lancio di Gemini per Google TV, che trasforma la TV in qualcosa di molto più fluido e conversazionale, una “viva” estensione del suo assistente vocale ormai consolidato, ma con capacità allargate dal punto di vista dell’IA.
Già dal 22 settembre 2025, Google ha cominciato a distribuire Gemini su alcuni televisori; il primo modello disponibile è la serie TCL QM9K, entrata in commercio negli Stati Uniti e in Canada. Sono apparecchi che non “solo” supportano Google TV, ma introducono anche sensori di presenza (mmWave) capaci di rilevare quando qualcuno entra nella stanza, accendere lo schermo, mostrare widget opportuni – un primo segnale che Gemini non è semplicemente “voce”, ma vuole essere parte integrante del contesto visivo e ambientale.
L’idea non è abbandonare quello che già Google Assistant sa fare – riprodurre contenuti, controllare l’home theater, accendere/spegnere dispositivi smart – ma superarlo. Con Gemini la TV capace di conversare risponde a richieste più complesse e meno strutturate: “trova un film che piaccia a tutti in famiglia”, “qual è la serie che va di moda adesso?”, “mi fai un riassunto dell’ultima stagione di questa serie?”, oppure “come si fa questa ricetta?”, “Insegna a suonare la chitarra come principiante”. Anche le ricerche vaghe diventano possibili, senza dover ricordare titoli precisi.
Questo salto verso la conversazione naturale che si espande al di là dei comandi testuali rigidi richiede però hardware adeguato e funzionalità che rendano l’interazione fluida, reattiva. Il fatto che i nuovi televisori includano microfoni attivi, sensori di presenza, e che il controllo possa avvenire sia pronunciando “Hey Google” che premendo un pulsante microfono sul telecomando, indica che Google ha pensato non solo al software ma anche ai modi fisici con cui le persone si approcciano al dispositivo nel proprio salotto.
Un altro aspetto interessante è che Gemini per TV non è un’esclusiva per i modelli premium. Si parte dal top, ma Google ha già dichiarato che nel corso del 2025 la disponibilità si estenderà a molti altri dispositivi compatibili con Google TV e Android TV OS, compresi lo Google TV Streamer 4K, il Walmart Onn 4K Pro, e vari modelli 2025 di Hisense e TCL. In Italia, come in altri mercati, questo significa che gli utenti potrebbero dover aspettare un po’ ma che il cambiamento non resterà confinato ai modelli top di gamma.
C’è anche un altro elemento che colpisce: il prezzo. Il modello TCL QM9K da 65 pollici parte da circa 3.000 dollari, cifra alta, che lo posiziona nelle fasce premium. Non è un prodotto “di massa” al prezzo base; è un manifesto del tipo di esperienza che Google vuole offrire, una vetrina per vedere come la TV può diventare punto focale non solo dell’intrattenimento, ma anche dell’interazione, dell’apprendimento, della scoperta.
Nel frattempo, la concorrenza non sta a guardare. Samsung e LG hanno annunciato, già da eventi come il CES 2025, che integreranno Copilot AI di Microsoft nei loro nuovi modelli di smart TV. Questo significa che Google non vede Gemini come un prodotto isolato, ma come una risposta a un’aria di competizione che si sposta verso assistenti più intelligenti, capaci di comprendere contesto, personalizzazione, preferenze.
L’effetto nelle case delle persone potrebbe essere profondo, se tutto funziona bene. Immagina di sederti in salotto e invece di cercare tra le app, premere tasti, cercare titoli, dover specificare i nomi, puoi parlare: “Cosa posso guardare che combini commedia e mistero?”, “Mi fai vedere qualcosa che sia adatto ai bambini e agli adulti nello stesso tempo?”, “Hai una ricetta veloce per la cena?” Tutto con risposta vocale, suggerimenti video, magari interface visiva sul grande schermo. La TV diventa tanto hub per guardare quanto educare, informarsi, sperimentare.
Naturalmente ci sono sfide da superare: accuratezza delle risposte (specialmente in lingue diverse), latenza (quanto tempo ci vuole dalla domanda alla risposta), privacy (microfoni, presenza, dati personali), UX (quanto l’interazione è fluida, quanto il sistema capisce le richieste vaghe), e costi (sia economici che di hardware). Avere una TV con Gemini non basta se l’esperienza non è all’altezza o troppo costosa per molti.
Il lancio di Gemini per Google TV è un punto di svolta per come immaginiamo la televisione: non più schermo passivo ma interattivo, non più comando ma conversazione, non più intrattenimento isolato ma esperienza che abbraccia scoperta, curiosità, apprendimento. È una trasformazione che potrebbe cambiare il modo in cui usiamo la TV come parte integrante della casa e della vita quotidiana.