Questa settimana è stata significativa per OpenAI, nonostante una piccola protesta avvenuta fuori dalla sua sede. La società ha introdotto un aggiornamento a ChatGPT per fornirgli una memoria persistente e ha assistito al rigetto parziale da parte di un giudice di una causa legale per violazione del copyright intentata da Sarah Silverman. Silverman aveva accusato OpenAI di utilizzare il suo libro del 2010, “The Bedwetter”, per addestrare i suoi modelli di intelligenza artificiale senza permesso.
Nel caso specifico, “Silverman et al contro OpenAI, Inc.” presso il tribunale distrettuale della California settentrionale, il giudice Araceli Martínez-Olguín ha respinto quattro dei sei capi di imputazione. Silverman, insieme agli autori Richard Kadrey e Christopher Golden, aveva accusato OpenAI di violare i loro diritti d’autore usando i loro libri per addestrare i modelli GPT-3.5 e GPT-4. OpenAI è riuscita a far respingere la maggior parte delle accuse, ma i querelanti sono stati invitati a modificare la loro denuncia entro un mese.
Il giudice ha permesso che l’accusa di pratiche commerciali sleali, una violazione della legge californiana, proceda contro OpenAI. Si sostiene che l’utilizzo dei libri per l’addestramento dei modelli AI commerciali possa costituire una pratica sleale. Tuttavia, il giudice non ha trovato prove sufficienti che ChatGPT stesse copiando integralmente o in modo significativo i libri nelle sue risposte agli utenti.
Il giudice ha riconosciuto che, sebbene OpenAI abbia copiato i libri per la formazione, non li ha riprodotti nelle interazioni con i clienti, escludendo così una violazione del copyright. Inoltre, non è stata ritenuta plausibile l’accusa che OpenAI abbia rimosso intenzionalmente le informazioni sulla gestione del copyright durante il processo di formazione.
Per quanto riguarda la violazione del Digital Millennium Copyright Act per la creazione di “opere derivate”, il giudice non ha ritenuto sufficienti le prove presentate dai querelanti. Non è stata stabilita una relazione speciale che obbligasse OpenAI a mantenere e controllare le informazioni dei libri in un certo modo.
In conclusione, il caso non è ancora completamente risolto e dipenderà da come i querelanti modificheranno le loro richieste per un eventuale processo completo.