L’Authors Guild, la più antica e grande organizzazione professionale per scrittori negli Stati Uniti, ha introdotto la certificazione “Human Authored”. Questo marchio distintivo mira a garantire ai lettori che il libro che stanno per acquistare o leggere è frutto della creatività e dell’ingegno umano, senza l’intervento di strumenti di IA nella stesura del testo.
Fondata nel 1912, la Authors Guild rappresenta circa 9.000 autori, tra cui premi Nobel e Pulitzer. Con l’avvento di tecnologie avanzate in grado di generare testi complessi, l’associazione ha ritenuto necessario intervenire per tutelare sia gli scrittori che i lettori. La certificazione “Human Authored” permette agli autori di dichiarare ufficialmente che la loro opera è stata scritta interamente da un essere umano. Come spiegato dalla CEO Mary Rasenberger, l’obiettivo non è rifiutare la tecnologia, ma promuovere la trasparenza e riconoscere il desiderio dei lettori di connettersi con una narrazione autenticamente umana.
Gli autori interessati possono registrare la propria opera sul sito ufficiale della Authors Guild e ottenere il bollino “Human Authored” da apporre sulla copertina del libro o nei materiali promozionali. È importante notare che l’uso di strumenti di IA per compiti come il controllo ortografico o la ricerca non preclude la possibilità di ottenere la certificazione, purché la stesura del testo sia completamente umana. Attualmente, la certificazione è riservata ai membri dell’associazione e alle opere scritte da un singolo autore, ma ci sono piani per estenderla anche a collaborazioni multiple e a scrittori non affiliati.
L’introduzione del bollino “Human Authored” solleva importanti questioni nel panorama editoriale. Da un lato, offre agli autori un mezzo per distinguersi in un mercato sempre più affollato da contenuti generati artificialmente; dall’altro, fornisce ai lettori la certezza di fruire di opere nate dalla mente e dal cuore di un essere umano. Questa iniziativa potrebbe anche influenzare le scelte degli editori e dei rivenditori, portando a una maggiore valorizzazione delle opere certificate e a una riflessione più ampia sull’uso dell’IA nella creazione letteraria.
Sebbene al momento gli editori italiani non abbiano adottato una certificazione simile, è plausibile che il dibattito possa presto estendersi anche nel nostro Paese. Con l’arrivo di versioni tradotte di libri recanti il bollino “Human Authored”, potrebbe emergere la necessità di adottare misure analoghe per garantire trasparenza e autenticità nel mercato editoriale italiano. Come ha osservato Stefano Mauri, vicepresidente della Fondazione Umberto e Elisabetta Mauri, è fondamentale offrire ai consumatori la possibilità di sapere se stanno leggendo un’opera prodotta dall’IA o da un autore umano.