L’informatica aziendale, caratterizzata dalla frammentazione dei servizi, dalle architetture a microservizi e dalla diffusione degli ambienti multi-cloud, la capacità di comprendere in tempo reale cosa stia accadendo all’interno della propria infrastruttura è diventata la sfida strategica più cruciale. È in questo contesto che si inserisce l’acquisizione di Instana da parte di IBM, un’operazione che, pur non avendo avuto un prezzo ufficialmente divulgato, è stata valutata nell’ordine del miliardo di dollari, e non a caso è stata definita l’acquisto di un vero e proprio “sistema nervoso” per il cloud ibrido. Questa mossa non è stata semplicemente un’espansione del portafoglio prodotti, ma un passo fondamentale per dotare le aziende di quella che viene chiamata observability, ovvero la capacità di interrogare, comprendere e reagire proattivamente allo stato dei propri sistemi distribuiti.
Il problema che Instana è nata per risolvere è l’inadeguatezza degli strumenti tradizionali di monitoraggio delle prestazioni delle applicazioni (APM) di fronte alla complessità moderna. Quando un’applicazione era monolitica, era sufficiente monitorare pochi punti nodali. Oggi, con l’adozione diffusa di container come Kubernetes e l’architettura a microservizi, un’unica transazione può attraversare decine di servizi diversi, sparsi su cloud pubblici, cloud privati e infrastrutture on-premise. Rintracciare l’origine di un bug, di un rallentamento o di un guasto in questo groviglio di interdipendenze può trasformarsi in un’indagine estenuante che impegna per ore, talvolta giorni, interi team di ingegneri. Il tempo impiegato per il “triage” di un incidente, cioè l’identificazione della causa radice, ha un impatto diretto sui costi operativi e sulla reputazione aziendale.
Instana ha affrontato questo scenario offrendo una piattaforma di observability che si auto-scopre e si auto-configura. Invece di richiedere complessi interventi di configurazione manuale, il sensore runtime di Instana è in grado di mappare automaticamente l’infrastruttura dinamica, monitorando ogni singolo componente: i container, i database, le API e ogni servizio. Il suo punto di forza tecnologico risiede nella sua capacità di eseguire il distributed tracing per il cento per cento delle richieste, offrendo una granularità al secondo sui dati metrici. Ma l’elemento che veramente giustifica la metafora del “sistema nervoso” è il Dynamic Graph, un modello in tempo reale che registra le relazioni e le dipendenze tra tutti i componenti dell’applicazione. È questa mappa dinamica e aggiornata in continuazione che permette di visualizzare istantaneamente l’impatto di un errore o di una modifica in un punto qualsiasi della rete. La piattaforma, in sostanza, fornisce agli operatori non solo gli occhi per vedere cosa succede, ma anche la capacità di sentire l’esatto punto in cui il sistema sta fallendo, trasformando il rumore dei dati in informazioni diagnostiche chiare e utilizzabili.
Per IBM, l’integrazione di Instana non è stata casuale, ma parte integrante della sua più ampia strategia incentrata sul cloud ibrido e sull’Intelligenza Artificiale. Dopo l’importante acquisizione di Red Hat nel 2019, mirata a consolidare la sua posizione nel cloud ibrido con la piattaforma OpenShift, IBM aveva bisogno di una soluzione di observability nativa per il cloud che potesse fornire dati di alta qualità ai suoi strumenti di automazione basati sull’AI, in particolare Watson AIOps. L’unione delle capacità di Instana e dell’AI di Watson crea un circolo virtuoso: Instana raccoglie i dati dettagliati e le tracce in tempo reale, offrendo la piena visibilità sull’ambiente. Questi dati alimentano i modelli di machine learning di Watson, che possono così identificare anomalie, prevedere guasti e automatizzare le risposte operative con un’accuratezza e una velocità impensabili prima.
