Se non prendi confidenza con strumenti di intelligenza artificiale, rischi di dover trovare un altro lavoro. Questa distopia — o forse realtà — si è materializzata in diverse aziende, tra cui Coinbase, dove chi non ha adottato l’AI è stato licenziato.
Un recente articolo su Analytics India Magazine racconta come l’adozione dell’AI non sia più una scelta volontaria, ma un pass o un biglietto per farti fuori. Secondo l’articolo, il dibattito ormai non riguarda più se l’intelligenza artificiale cambierà il coding, ma quanto controllo avranno ancora gli sviluppatori sulle proprie attività. Adapt or leave.
Brian Armstrong, CEO di Coinbase, ha impresso il cambio di direzione con decisione. L’azienda ha comprato licenze enterprise per GitHub Copilot e Cursor, strumenti di AI per ottimizzare la scrittura del codice. Quando alcuni manager hanno indicato che l’adozione sarebbe stata lenta, servendo mesi per coinvolgere anche solo metà degli ingegneri, Armstrong ha reagito con un annuncio drastico in Slack: “AI non è opzionale.” Ha concesso pochi giorni per l’onboarding e, chi non si era registrato, è stato convocato di sabato per spiegazioni personali. Chi non aveva una giustificazione valida? Licenziamento diretto.
Sebbene la dose di severità sia stata definita “pesante” dallo stesso CEO, l’intento era chiaro: accelerare il passo verso un modello AI-first. Il risultato? Attualmente, circa il 33% del codice prodotto da Coinbase è generato con AI, e l’obiettivo è raggiungere il 50% entro fine trimestre.
Non si tratta di un caso unico. Anche InspireTech — nella figura del CEO Eric Vaughan — ha licenziato circa l’80% dei dipendenti in un anno, colpevoli di resistere all’approccio “AI-first”. Parola chiave: non più negoziabile.
Dall’altro lato, ci sono voci che invitano alla cautela. Il CEO di AWS, Matt Garman, ha definito ridurre i ruoli junior grazie all’AI come “la cosa più stupida che abbia mai sentito”. Ha sottolineato che i giovani ingegneri sono spesso i più pronti ad abbracciare l’innovazione e che eliminarli significa indebolire il futuro del talento tecnico.
Questi episodi rientrano in un panorama più ampio. In molte aziende, Google incluso, una parte significativa del codice — circa un 30% — oggi è generata da AI. Anche Microsoft segue un trend simile.
Ma attenzione: l’automazione porta anche conseguenze. CrowdStrike ha licenziato 500 persone (circa 5% del team) per migliorare l’efficienza in un mercato dominato da AI. Inoltre, secondo un sondaggio di Business Insider, il 42% degli sviluppatori junior percepiscono un futuro incerto: AI accelera le cose, ma il percorso formativo e le opportunità per iniziare una carriera rischiano di sparire