Nel silenzio delle infrastrutture cloud, mentre il grande pubblico guarda a modelli e applicazioni, si gioca una partita cruciale: dove mettere i motori dell’IA. La novità più recente arriva dal Portogallo: Microsoft ha deciso di affittare capacità di data center in quel Paese per sostenere l’impennata di carico computazionale legata all’intelligenza artificiale.
Il contratto non è di poco conto. L’accordo riguarda uno spazio nel complesso Start Campus, nella città di Sinés (Sines), dove Microsoft occuperà infrastrutture che ospiteranno GPU di ultima generazione: nel campus, sono già previsti investimenti per includere entro il 2026 migliaia di GPU “Blackwell Ultra GB300” da parte dell’operatore NScale. Il progetto è ambizioso: sei edifici di data center in progettazione, un investimento stimato intorno a 8,5 miliardi di euro, con almeno un edificio già completato.
Alla base di questa scelta c’è un ventaglio di motivazioni: la pressione sulle infrastrutture esistenti in USA e altri territori, la necessità di diversificare i luoghi di calcolo per questioni di latenza, resilienza e normativa, e la risposta all’esplosione della domanda AI. Il fatto che Microsoft stia perseguendo una strategia che chiama “Neocloud” non è casuale: l’azienda intende costruire una rete distribuita di capacità AI, non affidarsi esclusivamente ai propri data center interni.
È interessante notare che Start Campus non è un sito qualunque: la struttura è già configurata per supportare GPU di fascia alta (la Blackwell Ultra GB300 è menzionata) e NScale la sta predisponendo per recepire questo tipo di carico computazionale nel prossimo futuro.
Dal punto di vista operativo, questo accordo è una mossa che può portare Microsoft a distribuire carichi AI più vicino agli utenti europei, riducendo latenza, costi di rete e possibilità di colli di bottiglia transnazionali. Ma significa anche una maggiore esposizione locale: se stai elaborando dati sensibili (profilazione, modelli personalizzati, dati utente), il fatto che il calcolo avvenga in Europa può essere un vantaggio per conformità normativa (per esempio GDPR), ma anche un punto di vulnerabilità se i sistemi non sono sicuri.
Non meno rilevante è il segnale che Microsoft manda con questo affitto piuttosto che con costruzione ex novo: la domanda di infrastruttura AI è così rapida che affittare capacità consolidate può essere più veloce e pragmatico rispetto a costruire da zero. È una strategia che riduce il time-to-market per sostenere le richieste crescenti.
Resta da vedere come Microsoft integrerà queste risorse portoghesi con la sua rete globale: distribuirà modelli, bilancerà traffico, coordinerà sinergie con altri cloud hub. E naturalmente, dovrà assicurarsi che la fornitura elettrica, il raffreddamento, la latenza e la manutenzione hardware siano all’altezza di requisiti più severi che un semplice cloud generico.
Dal punto di vista geopolitico e strategico, la scelta del Portogallo può essere letta anche come parte di una diversificazione: meno dipendenza da uno o pochi grandi siti negli Stati Uniti, più resilienza contro interruzioni, più posizionamento europeo. In uno scenario in cui l’intelligenza artificiale sta diventando sempre più centrale nell’economia digitale, chi controlla dove si calcola ha un vantaggio competitivo.