Da ottobre, aprendo Word, Excel, PowerPoint o Outlook sul proprio computer, non ci sarà più bisogno di lanciare un’app separata per parlare con l’assistente intelligente: Copilot Chat comparirà direttamente nella barra laterale delle app desktop di Microsoft Office. È la nuova mossa annunciata da Redmond il 16 settembre sul suo blog ufficiale, e rappresenta un passo importante nella strategia di integrare l’intelligenza artificiale dentro gli strumenti che milioni di persone usano ogni giorno.
La promessa è semplice: rendere la chat con l’IA immediata e sempre a portata di mano, senza dover copiare testi, caricare file o passare da un’app all’altra. Un assistente che legge lo schermo, capisce il contesto e può persino suggerire i file più usati di recente, così da accelerare il flusso di lavoro.
L’integrazione di Copilot Chat dentro Office non è solo un’aggiunta estetica. Significa poter chiedere al chatbot di riassumere un documento mentre lo si scrive in Word, analizzare dati di una tabella Excel senza dover impostare formule complicate, generare bozze di presentazioni in PowerPoint o rispondere a email in Outlook direttamente dalla stessa finestra.
Il chatbot è stato pensato per interpretare ciò che è visibile sullo schermo: non è quindi necessario spiegare lunghi contesti, incollare paragrafi o importare manualmente file. In questo modo, Microsoft punta a ridurre le frizioni tipiche di chi usa strumenti diversi in parallelo, offrendo un’esperienza più fluida e naturale.
Un altro dettaglio non secondario: la funzione verrà offerta senza costi aggiuntivi per gli utenti MS 365, a differenza di altre novità IA del passato che avevano comportato un rialzo dei prezzi.
Nonostante i vantaggi, non sono mancate le critiche. Alcuni utenti hanno fatto notare che l’installazione sarà automatica e che la funzione non potrà essere disattivata. Questo alimenta i timori di chi non vuole avere strumenti di intelligenza artificiale integrati per forza nelle proprie app, e che vede in Copilot Chat un potenziale “bloatware”: software aggiunto, non richiesto, che rischia di appesantire il sistema e di complicare l’esperienza a chi preferisce un approccio tradizionale.
C’è poi la questione della privacy: un assistente che legge e interpreta lo schermo solleva interrogativi sul trattamento dei dati, su quali informazioni vengano elaborate localmente e quali eventualmente inviate ai server Microsoft.
Il debutto di Copilot Chat dentro Office si inserisce in un percorso già evidente da mesi: Microsoft vuole che la sua suite diventi sinonimo di produttività potenziata dall’IA. Negli anni scorsi l’azienda aveva introdotto nuove funzioni di Copilot ma con costi aggiuntivi, generando critiche soprattutto in alcune regioni dove non era nemmeno possibile scegliere se attivare o meno i servizi extra.
Negli ultimi tempi, l’azienda ha invece cambiato approccio: priorità all’ampliamento delle funzionalità esistenti, maggiore disponibilità a livello globale e forte investimento interno. La ristrutturazione organizzativa che ha dato più peso al team Copilot è il segnale che Microsoft vede in questa tecnologia una componente chiave per il futuro del suo ecosistema.
Da un lato, la novità può davvero semplificare la vita a chi lavora tutti i giorni con Office. L’idea di avere un “collega virtuale” integrato, pronto a spiegare, riassumere, proporre soluzioni o completare compiti ripetitivi, è allettante. Dall’altro, obbligare tutti gli utenti ad adottare la novità rischia di generare resistenze, soprattutto tra chi non ama delegare parti del lavoro all’IA o teme che la velocità vada a scapito della precisione.
Per Microsoft si tratta di un delicato equilibrio: spingere abbastanza perché Copilot diventi familiare e usato da milioni di persone, ma senza alienare quella parte di pubblico che continua a preferire il controllo manuale, privo di intermediari algoritmici.