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L’accelerazione senza precedenti nello sviluppo dell’Intelligenza Artificiale (AI) sta portando con sé non solo promesse di progresso straordinario, ma anche la crescente consapevolezza di rischi esistenziali. Uno dei timori più pressanti, spesso discusso in ambienti scientifici e di sicurezza, riguarda la possibilità che l’AI possa essere maliziosamente utilizzata per accelerare lo sviluppo e la diffusione di armi biologiche. Di fronte a questo scenario critico, OpenAI, l’azienda leader nel campo dell’AI generativa, ha compiuto un passo strategico e significativo, realizzando il suo primo investimento in una startup focalizzata sulla bio-sicurezza.

L’investimento in questione, un round di finanziamento congiunto da 30 milioni di dollari insieme a venture capitalist di spicco come Founders Fund e Lux Capital, è stato destinato a Valthos. Questa startup si posiziona come una forza di “contro-tecnologia”, il cui obiettivo primario è neutralizzare le potenziali minacce che l’AI stessa potrebbe inavvertitamente o intenzionalmente creare.

Jason Kwon, capo della strategia di OpenAI, ha chiarito la filosofia alla base di questa mossa, sottolineando la necessità di costruire un ecosistema di tecnologie che si controllino a vicenda per mitigare l’abuso potenziale dell’AI. Egli ha evidenziato che, mentre OpenAI rafforza costantemente le safety-features di strumenti come ChatGPT, una difesa efficace richiede una rete di stakeholder ampia e diversificata, nella quale Valthos rappresenta un tassello fondamentale.

Valthos sta sviluppando un software all’avanguardia progettato per la sorveglianza biologica. Il suo sistema è in grado di aggregare e analizzare data biologici provenienti da una vasta gamma di fonti, inclusi monitoraggi dell’aria e delle acque reflue (come quelli già usati per tracciare il COVID-19). L’obiettivo è duplice: individuare precocemente segnali biologici anomali o la comparsa di nuovi agenti patogeni e, allo stesso tempo, utilizzare l’AI per valutarne la pericolosità in tempo reale.

Oltre alla sorveglianza, l’azienda si sta concentrando sulla risposta automatizzata all’emergenza. Valthos sta costruendo un sistema di AI capace di progettare vaccini e trattamenti in grado di contrastare rapidamente agenti patogeni man mano che questi evolvono o vengono modificati, rendendo la velocità di rilevamento e reazione un deterrente cruciale contro qualsiasi attacco biologico, sia naturale che potenziato dall’AI.

Come ha spiegato Kathleen McMahon, co-fondatrice e CEO di Valthos, già leader della divisione Scienze della Vita in Palantir, l’unico modo per scoraggiare un attacco è garantire che la rilevazione e il roll-out delle contromisure siano quasi istantanei.

Questa iniziativa di OpenAI non è casuale. Arriva in un momento in cui le preoccupazioni sulla convergenza tra biotecnologie e AI si stanno intensificando. Organizzazioni come il Center for AI Safety hanno messo in guardia contro scenari estremi, come la possibilità che attori non statali possano sintetizzare super-virus combinando caratteristiche letali (ad esempio, la latenza dell’HIV, la contagiosità del morbillo e la mortalità del vaiolo) grazie agli strumenti di calcolo potenziati dall’AI.

L’investimento nel settore della bio-difesa privata è reso più urgente da un contesto in cui i finanziamenti federali per la bio-difesa e gli investimenti privati in biotecnologie negli Stati Uniti hanno toccato i minimi storici nell’ultimo decennio. Per i partner di investimento, il significato di Valthos è strategico: sebbene il campo sia ancora nelle sue fasi iniziali, la bio-sicurezza è ormai vista come una minaccia alla pari delle armi nucleari e delle minacce cyber.

Di Fantasy