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In un mondo in cui l’intelligenza artificiale sembra sempre più distante, confinata in server remoti e cloud nascosti, Qualcomm ha deciso di far compiere un salto: portare l’IA—non come gadget esterno, ma come compagna silenziosa e costante—dentro il cuore del telefono. Il suo nuovo chip di punta, Snapdragon 8 Elite Gen 5, è stato svelato con ambizioni dichiarate: non solo prestazioni superiori, ma la promessa di un agente IA multimodale che “vede, sente e pensa” con te, in tempo reale, proteggendo i dati affinché rimangano sul dispositivo.

Per comprendere la portata dell’annuncio, è utile partire da come il sistema è costruito. Il chip è basato su un processo a 3 nm (N3P di TSMC) e incorpora la terza generazione del motore CPU personalizzato chiamato Oryon, con due core “prime” che raggiungono 4,6 GHz e sei core di prestazione a 3,62 GHz. L’aumento di efficienza è importante: Qualcomm parla di un miglioramento del 35% nel consumo della CPU rispetto alla generazione precedente, con un miglioramento complessivo del 16% dell’efficienza dell’intero SoC.

Ma le novità non si limitano al processore tradizionale. Il chip include nuove versioni del Hexagon NPU, l’unità neurale dedicata all’IA, che secondo Qualcomm è il 37% più veloce e con un guadagno energetico del 16%.

Questo potenziamento è fondamentale per realizzare elaborazioni AI locali complesse, senza dover delegare al cloud. Le attività AI più leggere potranno essere accelerate dalla CPU stessa grazie all’adozione delle estensioni SME / SME2 nei core Oryon, utili quando il modello non è perfettamente mappato sulla NPU.

L’aspetto grafico non è stato trascurato: la GPU Adreno ottiene un incremento del 23 % nelle prestazioni complessive e una riduzione del 20 % nei consumi. Inoltre, Qualcomm introduce la “Adreno High Performance Memory” (HPM), una memoria dedicata di 18 MB pensata per ridurre latenze e migliorare l’efficienza nei carichi grafici.

Il supporto a tecniche come mesh shading e “Tile Memory Heap” permette di gestire geometrie complesse in modo più dinamico, risparmiando banda e potenza.

Infine, l’interfaccia con il mondo passa anche dall’imaging: l’ISP (image signal processor) ora supporta pipeline a 20 bit, che quadruplicano la gamma dinamica rispetto al passato, e introduce una “computational video pipeline” che tratta ogni fotogramma come un’immagine, con miglioramenti AI per luminosità, tonalità, ombre e contrasto.

Il chip è anche il primo mobile a supportare il codec APV (Advanced Professional Video), che promette una qualità prossima al “near-lossless” e una flessibilità di postproduzione avanzata.

Qualcomm non presenta il chip solo come un concentrato di potenza, ma come un dispositivo che impara con te. L’idea è che il modello IA multimodale — che combina visione, testo, audio — possa reagire ai tuoi comportamenti, suggerire azioni contestuali, anticipare bisogni e adattarsi in tempo reale. In questa visione, l’IA non è soltanto uno strumento, ma un assistente proattivo.

Una peculiarità chiave è il principio secondo cui tutti i dati sensibili rimangono sul dispositivo. Non serve spedire conversazioni, immagini o segnali vocali al cloud per ottenere intelligenza: il modello lavora localmente. Ciò risponde a una delle maggiori preoccupazioni degli utenti e delle normative: la privacy. Qualcomm sottolinea che il modello apprende in continuo sul dispositivo, non solo “allenato una volta” in fabbrica.

Il supporto all’agentic AI è una delle componenti più ambiziose: significa che l’IA può non solo rispondere, ma agire attraverso più app. Immagina di dire: “prepara un post con questa foto, tagga questa persona e manda al gruppo”; l’agente può orchestrare attività su app diverse per eseguire tutto in un unico flusso. Questa funzionalità richiede coordinazione fra modelli, contesto persistente e capacità di dialogo fluido.

Un esempio mostrato: durante un concerto, l’utente registra un video con occhiali smart, il telefono riceve il flusso video, e l’IA suggerisce: “Vuoi condividere questo clip? Posso rifilare, montare e preparare un post per te”. Piccoli passi, ma versanti di “IA che lavora al tuo fianco”.

Con queste caratteristiche, Snapdragon 8 Elite Gen 5 si posiziona come chip ideale non solo per il gaming, ma anche per creatori di contenuti e utenti avanzati. Supporta video 4K a 120 fps, scatti fino a 320 MP, modalità triple camera e prestazioni AI integrate nell’elaborazione delle immagini.

Le nuove pipeline video permettono di applicare miglioramenti al volo — regolazioni colore, esposizione, bilanciamento — senza sacrifici o perdita evidente di qualità.

Anche l’audio è stato considerato: la funzione Snapdragon Audio Sense promette registrazioni professionali, con riduzione del rumore del vento, zoom audio, gestione HDR, tutto con microfoni piezoelectric MEMS. L’obiettivo: eliminare la necessità di microfoni esterni in molte situazioni.

Dal punto di vista della connettività, il chip integra il modem X85, con velocità fino a 12,5 Gbps in download e 3,7 Gbps in upload, e Wi-Fi 7 con funzioni AI per ridurre consumi. Qualcomm afferma che la latenza nel gaming può essere ridotta del 50% grazie a Wi-Fi ottimizzato.

Dal lato dell’utente, tutto questo si traduce nella promessa di smartphone che “scattano meglio, rispondono meglio e comprendono meglio”, anche off-line. Non dover dipendere dal cloud significa più velocità, privacy e affidabilità in scenari dove la connettività è debole.

Per i produttori di app e servizi IA, questo chip apre opportunità: modelli più piccoli possono girare direttamente sul dispositivo, offerte personalizzate possono essere più rapide e contestuali, agenti locali possono eseguire compiti che oggi richiedono round-trip verso server remoti.

C’è una posta in gioco strategica anche tra Qualcomm e Apple: con Snapdragon 8 Elite Gen 5, Qualcomm punta a colmare il divario prestazionale con Apple Silicon. Alcuni benchmark preliminari (Geekbench) attribuiscono al chip punteggi single core intorno a 3.831, confrontabili con i valori dell’ultima generazione Apple A19 Pro.

Di Fantasy