Due tra le principali startup cinesi nel settore dell’intelligenza artificiale, Jifu AI e Moonshot, sono state accusate dalle autorità di aver raccolto eccessivamente dati personali degli utenti senza il loro consenso. Secondo quanto riportato dal South China Morning Post, il 21 maggio 2025, il Centro nazionale cinese per la sicurezza informatica ha annunciato su WeChat che entrambe le aziende avevano violato le leggi vigenti in materia di protezione dei dati.
Jifu AI è nota per il suo modello linguistico “ChatGLM”, mentre Moonshot ha sviluppato “KimiChat”. Entrambe le applicazioni sono tra le più utilizzate in Cina, con una base combinata di circa 35 milioni di utenti attivi mensili. Le indagini hanno rivelato che Jifu ha raccolto informazioni personali senza il consenso degli utenti, mentre Moonshot ha avuto accesso a dati non pertinenti alle funzionalità dell’intelligenza artificiale.
Queste azioni sono state scoperte durante una serie di controlli avviati dal governo cinese a partire da marzo 2025, mirati a contrastare la raccolta eccessiva di dati personali e l’uso improprio delle informazioni da parte delle applicazioni mobili. In totale, 132 app sono state identificate come violatrici delle normative sulla protezione dei dati.
È raro che il governo cinese intervenga direttamente sui dati utilizzati per l’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale. In questo caso, tuttavia, le accuse riguardano la gestione dei dati personali degli utenti, non il copyright o la proprietà intellettuale.
Nel frattempo, l’Unione Europea sta implementando normative più rigorose sull’uso dei dati personali per l’addestramento dell’intelligenza artificiale. Queste politiche hanno portato aziende come Meta a ritardare il lancio di nuovi modelli di IA, evidenziando la crescente attenzione globale sulla protezione dei dati e sull’etica nell’uso dell’intelligenza artificiale.