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Vibes, l’applicazione di condivisione video basata sull’intelligenza artificiale lanciata da Meta a fine settembre, ha rapidamente sovvertito ogni previsione, raggiungendo la cifra impressionante di due milioni di utenti attivi giornalieri (DAU) in poco più di un mese. Questa ascesa vertiginosa, alimentata anche dalla crescente popolarità di strumenti concorrenti come Sora di OpenAI, non solo segnala il successo di un singolo prodotto, ma conferma in modo inequivocabile l’emergere di una nuova tendenza dominante: il boom dei video generati e condivisi tramite IA.

I dati interni di Meta, citati da Business Insider, mostrano che al 9 novembre, Vibe aveva superato la soglia dei 2 milioni di DAU, un risultato che testimonia una diffusione estremamente rapida. Va da sé che, essendo una funzionalità integrata nell’ecosistema esistente di Meta AI, la piattaforma ha goduto di un vantaggio distributivo rispetto a competitor nati da zero; ciononostante, la rapidità con cui gli utenti hanno adottato l’applicazione dimostra l’esistenza di una domanda latente e impellente per questa specifica tipologia di contenuto.

L’espansione iniziale di Vibe non è stata uniforme a livello globale, ma ha trovato il suo terreno più fertile in alcune aree geografiche specifiche. L’India e il Brasile si sono distinti come i principali motori di crescita, con l’India che ha registrato un aumento settimanale del 22% negli utenti attivi giornalieri, raggiungendo quota 704.000, mentre il Brasile ha segnato un incremento del 13%, arrivando a 114.000 DAU. Questi dati riflettono l’appetito dei mercati emergenti per nuove forme di espressione digitale e la capacità dell’IA di superare le barriere tradizionali della creazione di contenuti.

Al contrario, si sono registrati segnali di flessione in alcune parti del Sud-est asiatico, come le Filippine e la Thailandia, dove l’utilizzo ha subito lievi cali. In Europa, invece, la diffusione è ancora nelle fasi iniziali ma promettente: dal lancio avvenuto il 6 novembre, Vibe ha attratto 23.000 utenti giornalieri, con nuclei di interesse tra i 4.000 e i 5.000 utenti in paesi chiave come Francia, Italia e Spagna.

Uno degli aspetti più interessanti emersi dall’analisi dei dati riguarda il comportamento degli utenti. Mentre i nuovi iscritti si dedicano in egual misura alla creazione e alla semplice visualizzazione dei video generati dall’IA, gli utenti di ritorno mostrano una chiara predilezione per l’aspetto creativo. Ben il 52% degli utenti che tornano sulla piattaforma risponde attivamente ai prompt dell’IA per generare nuovi video, a fronte di un 30% che si limita a scorrere il feed.

Questo dato è cruciale: suggerisce che la vera forza di Vibe risiede nella sua capacità di trasformare passivi consumatori di contenuti in creatori attivi di video generati dall’IA. La facilità con cui l’intelligenza artificiale democratizza la produzione video spinge gli utenti a partecipare attivamente, superando la barriera che spesso frena la creazione di contenuti tradizionali. Il video generato dall’IA non è percepito solo come qualcosa da guardare, ma come uno strumento ludico e potente per l’espressione personale.

Questa rapida ascesa si svolge in un contesto altamente competitivo, segnato dal lancio quasi concomitante di Sora di OpenAI, che ha visto i suoi utenti attivi giornalieri salire vertiginosamente da 110.000 a ottobre a 673.000 a novembre, in seguito all’apertura dell’accesso pubblico. Sebbene Sora non abbia l’enorme vantaggio distributivo di Meta (il cui ecosistema globale conta oltre 3,5 miliardi di utenti), il successo incrociato delle due piattaforme evidenzia che il video AI non è una moda passeggera, ma una fondamentale evoluzione del modo in cui l’informazione e l’intrattenimento vengono prodotti.

Tuttavia, il lancio di Vibes non è stato privo di critiche. Fin da subito, alcuni osservatori hanno etichettato gran parte dei contenuti come “scarti di intelligenza artificiale”, sollevando preoccupazioni riguardo alla qualità e, soprattutto, ai pregiudizi politici. È stato rilevato, ad esempio, che una porzione significativa dei video generati conteneva contenuti focalizzati sul presidente Donald Trump. Questo fenomeno sottolinea la necessità di una vigilanza etica costante e di sistemi di moderazione evoluti, specialmente quando l’IA viene utilizzata per generare contenuti potenzialmente polarizzanti o disinformativi su larga scala.

Il successo fulmineo di Vibes è molto più di una vittoria per Meta: è la chiara dimostrazione che la condivisione di video basati sull’IA è la nuova frontiera dell’interazione digitale. Sfruttando la sua immensa rete e una tecnologia che trasforma la complessità in creatività accessibile, Vibes sta riscrivendo le regole della creazione di contenuti e sta spingendo gli utenti a partecipare attivamente a questa rivoluzione, inaugurando un’era in cui l’IA è uno strumento fondamentale non solo per consumare, ma soprattutto per plasmare il panorama mediale.

Di Fantasy