Il mattino del 22 maggio 2025 sarebbe dovuto essere un momento di pura attesa per gli appassionati di intelligenza artificiale: alle 9:30 AM PT, Anthropic avrebbe inaugurato in diretta streaming la sua grande novità, svelando la nuova incarnazione del modello Claude, forse battezzata “Opus” o, in base alle indiscrezioni, “Neptune”. Invece, a pochi minuti dall’alba californiana, Time Magazine ha inavvertitamente pubblicato – e poi rimosso – un articolo che confermava l’esistenza di questo modello, scatenando un frenetico dibattito nella comunità tech prima ancora che il palco dell’annuncio fosse allestito.
Dietro l’errore, secondo le testimonianze diffuse su X (ex Twitter), ci sarebbero stati semplicemente troppi occhi puntati su ogni dettaglio: i programmatori più navigati avevano già smanettato sul repository di Anthropic, scoprendo riferimenti a un progetto interno denominato “Neptune” e ipotizzando la sua eredità come successore di Claude 3.7 Sonnet. Quando Time Magazine ha caricato la sua anteprima, il titolo “Time Magazine appears to accidentally publish embargoed story confirming new Anthropic model” è rimasto online per pochi istanti, abbastanza però da essere subito fotografato, salvato e condiviso dagli “eagle-eyed” della rete.
Il contenuto rivelato in anteprima non era da poco: il pezzo, che doveva apparire solo a ridosso dell’annuncio ufficiale, non si limitava a un generico “restate sintonizzati”. All’interno del testo, si confermava che il nuovo Claude era già addestrato su sistemi talmente potenti da poter… «aiutare principianti a creare nuove armi biologiche», laddove per “armi biologiche” si intendono protocolli di manipolazione genetica che, senza un adeguato livello di controllo, potrebbero essere impiegati per scopi nefasti. A colpire non è stato tanto il richiamo all’ipotetica pericolosità del modello, quanto la freddezza analitica con cui l’articolo descriveva la misura di sicurezza di questo potenziale rischio.
Nonostante l’allarme lanciato dai giornalisti di Time Magazine, l’articolo non forniva dettagli su alcune delle caratteristiche più attese da ricercatori e aziende: il numero esatto di parametri che contraddistingue il nuovo Claude, i costi di licenza per un mercato sempre più affollato, le performance nei benchmark indipendenti come MMLU o gli standard di valutazione della comunità AI. Su questi punti, VentureBeat stesso ha dovuto ammettere che “dovremo aspettare che Anthropic riveli ulteriori informazioni – o che vengano divulgate da membri della stampa e dalla comunità AI”.
Ancora prima dell’annunciato livestream, dunque, il teatro delle grandi promesse si è trasformato in arena di conferme anticipate e indiscrezioni non filtrate. Il fatto che un’istituzione giornalistica globale come Time Magazine abbia rotto l’embargo solleva interrogativi non solo sui protocolli di pubblicazione, ma anche sulla corsa all’innovazione che spinge le aziende AI a operare sotto pressioni continue di mercato e di comunicazione. Quando si tratta di intelligenze artificiali così potenti, ogni reveal non è più solamente un evento mediatico, ma un potenziale spartiacque nelle discussioni etiche e normative.
L’episodio di questa mattina insegna due cose: da un lato, sottolinea l’importanza di gestire con il massimo rigore le notizie in anteprima, specialmente quando coinvolgono tecnologie dalle conseguenze imprevedibili; dall’altro, dimostra quanto il confine tra ricerca, sicurezza e trasparenza sia ormai labile. Adesso il pubblico – dagli sviluppatori alle autorità di regolamentazione – attende il resto dei dettagli tecnici e delle misure di salvaguardia che Anthropic presenterà nel suo evento. Nel frattempo, la fugace apparizione dell’articolo di Time Magazine resta a ricordarci che, nel mondo dell’AI, anche un semplice clic può capovolgere un’intera narrativa, anticipando riflessioni cruciali su potenza e responsabilità.