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Nelle valli e sulle creste alpine del Trentino, dove il terreno è spesso fragile e le pendenze severe, un nuovo strumento promette di cambiare il rapporto tra prevenzione e intervento: un’app basata sull’intelligenza artificiale, pensata per la Protezione civile provinciale, che mira a supportare i Comuni nel comprendere i rischi e nell’attivare risposte tempestive. L’annuncio è arrivato durante un incontro capillare, che ha visto la partecipazione di un centinaio di sindaci e comandanti dei Vigili del Fuoco volontari, nell’ambito della Settimana della Protezione civile del Trentino.

L’idea alla base è semplice, ma ambiziosa: non solo digitalizzare i Piani comunali di protezione civile — documenti spesso tecnici e difficili da consultare — ma renderli interattivi, intelligibili, adattabili all’andamento di eventi meteorologici e situazioni in divenire. In pratica, il Comune potrà avere sul proprio smartphone un assistente che segnala, interpreta, consiglia. L’app è riservata agli enti locali — non al cittadino comune — ed è pensata per mettere “tutto il piano comunale in tempo reale” nelle mani degli amministratori, per aiutarli nei momenti di decisione cruciale.

Durante l’incontro, il dirigente generale del Dipartimento Protezione civile, foreste e fauna, Stefano Fait, ha ricordato che il primo presidio nella prevenzione è il sindaco, che nei regolamenti italiani è l’autorità comunale di protezione civile. Ma spesso, come si sa nei territori montani, mancano strumenti che traducono il piano in azioni immediate di allerta. E così l’IA — attraverso l’app — vuole aiutare a colmare quel divario tra strategia scritta e prassi agile. L’assessore Giulia Zanotelli ha posto l’accento su un fatto importante: il rischio zero non esiste, ma comunità preparate, consapevoli e ben attrezzate possono mitigare gli effetti drastici delle calamità. Questo dispositivo digitale è pensato per accompagnare quella consapevolezza, in modo permanente e non episodico.

Questi strumenti non nascono in un vuoto tecnologico: la spinta arriva da una nuova unità provinciale per l’intelligenza artificiale che lavora al fianco della Protezione civile. È un segnale che la provincia autonoma considera l’innovazione non solo come “opzione”, ma come fattore strutturale nella governance del rischio. L’obiettivo è che l’app diventi parte integrante delle dotazioni tecniche dei Comuni, piuttosto che un esperimento isolato.

Certo, non è priva di ostacoli questa transizione. In montagna, gli eventi estremi — piogge intense, valanghe, frane — sono quasi imprevedibili. Il Trentino è tra i territori italiani più esposti: circa un quinto del suo territorio è classificato con rischio elevato di dissesto idrogeologico. In un simile contesto, anche un buon modello IA che predice incipienti instabilità rischia di essere messo alla prova da condizioni repentine e dati incompleti.

Un altro nodo è il reperimento e la qualità dei dati: affinché l’app possa segnalare situazioni che meritino attenzione — ad esempio incremento del flusso idrico, saturazione del suolo, precedenti fenomeni localizzati — è necessario alimentarla con mappe, dati pluviometrici, sensoristica, rilievi geologici aggiornati. Spesso le risorse per fare questo mancano. I Comuni montani hanno uffici tecnici già sotto pressione, e l’adozione di uno strumento così avanzato richiede non solo il software, ma formazione, infrastrutture di rete e mantenimento continuo.

Un altro tema è la fiducia: sindaci e volontari devono essere certi che le segnalazioni non siano “falsi allarmi” e che, quando l’app consiglia uno stato di attenzione, le risorse possano realmente essere mobilitate. L’app digitale non può sostituire la valutazione tecnica e l’esperienza umana, ma diventare un supporto stabile, capace di suggerire scenari, concentrare attenzione e accelerare la risposta quando serve.

Nel panorama nazionale ci sono esempi di applicazioni geografiche e sistemi digitali che hanno caratteristiche simili: ad esempio MapRisk, piattaforma WebGis con app mobile pensata per visualizzare Piani di emergenza e contenuti spaziali per la protezione civile. Anche internazionalmente, ricerche su sistemi in tempo reale per incendi o frane — ad esempio l’app EscapeWildFire, che modella il progresso di un incendio per dare percorsi di fuga — mostrano come l’IA possa diventare un braccio operativo di allerta per i cittadini.

Di Fantasy