Immagine AI

Nel cuore di Trento, la sanità locale ha fatto un passo avanti che non è solo tecnologico, ma anche umano, sociale e preventivo. Da agosto è in funzione un mammografo all’avanguardia, dotato di intelligenza artificiale, che entra a far parte del programma di screening del seno della Provincia autonoma. Questo nuovo strumento, non un orpello tecnologico fine a sé stesso, ma un alleato concreto per le donne trentine, nasce dall’incontro fra innovazione, attenzione per la salute e volontà di rendere più efficiente e accurato il percorso diagnostico.

L’apparecchio è installato nella palazzina B del Centro per i servizi sanitari di Trento, in una nuova area dedicata, accogliente, pensata per facilitare non solo l’uso tecnico ma anche l’esperienza di chi vi si sottopone. L’intelligenza artificiale non sostituisce il radiologo, ma lo affianca: durante l’esame riesce ad analizzare le immagini immediatamente, segnala le aree che potrebbero essere sospette, aiuta nella gestione dei casi più complessi e rende più efficiente l’intero flusso di lavoro. Questo significa che, da una parte, i referti possono arrivare con maggiore rapidità, e dall’altra che il lavoro del personale medico può concentrarsi su ciò che è davvero critico, riducendo tempi di attesa e aumentando le probabilità che eventuali segni di malattia vengano individuati precocemente.

Il mammografo, che costa circa 250 mila euro, è un dono della Banca per il Trentino-Alto Adige come parte di un progetto più ampio di donazioni che superano i due milioni di euro: un gesto che sottolinea come comunità, istituzioni e filantropia possano intrecciarsi per migliorare la sanità pubblica. A corredo della macchina ci sono tre software intelligenti che permettono non solo di velocizzare la lettura delle immagini ma anche di personalizzare il percorso diagnostico: ad esempio, uno dei programmi è capace di calcolare la densità mammaria, un parametro che influisce sul rischio individuale e che diventa utile per modulare lo screening in modo più mirato.

Un’altra novità significativa riguarda l’ampiezza dello screening: da quest’anno sono invitate anche le donne di 49 anni, con mammografie gratuite ogni due anni all’interno del programma organizzato. È un’estensione importante, perché questa fascia di età non era sempre inclusa, e riconosce che la prevenzione non può restare uguale per tutti, ma deve evolvere con l’evidenza medica, con la disponibilità delle tecnologie e con la capacità organizzativa. In prospettiva, si pensa di andare oltre: l’azienda sanitaria provinciale (APSS) ha in mente, se si potranno reperire le risorse necessarie, di estendere lo screening anche alle donne tra i 45 e i 48 anni, ampliando così progressivamente la platea beneficiaria.

Non è stato solo un aggiornamento tecnico: anche l’ambiente lo riflette. Modifiche strutturali sono state fatte nella palazzina dedicata, con un investimento aggiuntivo per rendere gli spazi più belli, accoglienti, meno carichi di ansia per chi affronta un esame spesso vissuto con preoccupazione. Dai costi impiantistici alla cura estetica, la ristrutturazione è stata pensata per non interrompere le attività diagnostiche più del necessario, garantendo che la macchina entrasse in funzione senza grandi disagi per le utenti.

I numeri raccontano una storia ormai consolidata: Trento ha livelli estremamente elevati di partecipazione allo screening mammografico, ben superiori alla media nazionale. Nell’età “standard” (50-69 anni), l’adesione è dell’82,7% rispetto al 53,8% di media in Italia, un risultato che non è frutto del caso ma di un impegno continuo. Anche nelle fasce non obbligatorie, come quella delle donne tra i 70 e i 74 anni, Trento registra adesioni altissime, che si avvicinano all’84.2%, contro una media nazionale molto più bassa.

L’intelligenza artificiale dunque appare qui come una risorsa, un moltiplicatore di efficacia, non come sostituto della cura umana. La direttrice dell’Unità operativa di senologia clinica Marvi Valentini lo ha spiegato: l’IA aiuta a rendere più precise le diagnosi, più tempestivi i trattamenti soprattutto nei casi complessi, ma è sempre il medico che rimane al centro, a prendere le decisioni fondamentali. Il valore aggiunto sta nel fatto che grazie alla tecnologia si possono ridurre i tempi, migliorare la qualità dell’assistenza e fare in modo che casi che necessitano maggiore attenzione non restino nascosti o ritardati.

Questo nuovo mammografo, con le sue tecnologie di affiancamento, è già un punto di svolta, ma non l’ultimo passo. Ci sono sfide da affrontare: garantire che tutti i mammografi della provincia siano aggiornati con gli stessi software, mantenere alta la qualità nel tempo, assicurare le risorse umane necessarie e continuare a sensibilizzare le persone affinché partecipino allo screening. È un percorso che richiede costanza, fondi, competenza, fiducia da parte della popolazione.

Alla fine, ciò che emerge è che la prevenzione in sanità non è solo una questione di apparecchi migliori o software sofisticati, ma di fiducia, di visione, di cura concreta. A Trento oggi si vede quanto può cambiare la vita delle persone quando le istituzioni investono non solo in tecnologia, ma anche in umanità, consapevolezza e organizzazione. Questo mammografo con intelligenza artificiale è un segnale: che la prevenzione può diventare sempre più tempestiva, precisa, e centrata su chi la vive, su chi ha bisogno, su chi aspetta che la sanità non sia solo un servizio, ma un alleato.

Di Fantasy