Nel panorama delle assicurazioni, dove ogni documento, ogni allegato e ogni comunicazione può richiedere ore — se non giorni — di gestione umana, la notizia che l’Ufficio Centrale Italiano (UCI) sia riuscito a comprimere il processo end-to-end di apertura dei sinistri in appena 3 minuti suona quasi come una rivoluzione. Questo risultato non è frutto di una semplice automazione, ma dell’adozione di una soluzione basata su intelligenza artificiale sviluppata da Cegeka, che ha portato UCI a ricevere il Premio Nazionale McCarthy durante la sesta edizione della AI Week.

L’azienda UCI — che gestisce i sinistri legati ai veicoli a motore in circolazione internazionale — affronta, ogni giorno, un flusso imponente di comunicazioni PEC (posta elettronica certificata) accompagnate da allegati: foto, verbali, certificati, referti medici, documenti legali e molto altro. In media, l’ufficio gestisce circa 350.000 PEC all’anno, ciascuna delle quali porta con sé una media di quattro allegati piuttosto “pesanti” dal punto di vista informativo. Fino a poco tempo fa, il compito del data entry, della classificazione, e dell’inserimento strutturato in gestionali (“gestionali sinistri”) era tutto manuale, costellato di verifiche, errori, ritardi, verifiche incrociate.

Cegeka è intervenuta con il proprio framework AI — non un semplice modello “leggi-estrai”, ma una piattaforma pensata per automatizzare interi processi aziendali — progettando per UCI una pipeline intelligente che opera in vari stadi. In primo luogo, l’IA “legge” l’intera PEC: interpreta il testo, riconosce i documenti allegati e ne classifica il contenuto. Da lì, estrae i dati rilevanti — identificativi del veicolo, dati assicurativi, informazioni personali dei coinvolti — e procede all’inserimento automatico nel gestionale sinistri utilizzato da UCI (il sistema SPACEnet). In modo trasparente all’operatore, la pratica viene aperta, catalogata e predisposta in forma elettronica. Se ci fossero dati mancanti o anomalie, l’operatore viene allertato e può intervenire solo nei casi che lo richiedono.

Il risparmio di tempo è impressionante: ciò che prima poteva richiedere giorni (o almeno molte ore) oggi è gestito in 180 secondi. Ciò significa che le risorse che prima erano impegnate in compiti ripetitivi possono ora essere liberate per attività a alto valore aggiunto — analisi, gestione dei casi complessi, interazione con gli utenti. Inoltre, UCI ha iniziato a “collezionare” i dati che l’IA estrae anche quando non sono usati immediatamente, creando un database complementare che potrà alimentare altri processi downstream: antifrode, customer care, verifica, previsione del carico di lavoro.

Oltre all’efficienza operativa, questo progetto ha un forte valore strategico e simbolico. Il settore assicurativo in Italia è percepito come “datore di processi tradizionali”, tutt’altro che pionieristico in termini digitali. Ma i trend indicano che entro il 2026 gli investimenti in AI nel comparto potrebbero raddoppiare rispetto al 2024, arrivando a rappresentare il 10 % dei budget tecnologici complessivi. Cegeka e UCI perciò stanno tracciando un percorso: non un intervento “spot”, ma un ridisegno del processo in chiave AI-first.

Il messaggio che fuoriesce da questa esperienza è chiaro: l’IA può essere efficace non quando sostituisce una parte del processo, ma quando reinventare l’intero processo intorno ad essa. UCI non ha solo alleggerito il carico operativo, ma ha trasformato un collo di bottiglia in un flusso fluido, predisponendo già le condizioni per migliorare le fasi successive.

Di Fantasy