L’Unione Europea ha annunciato che sta lavorando per ridurre la duplicazione delle normative tecnologiche, rispondendo alle preoccupazioni espresse dalle grandi aziende tecnologiche negli ultimi anni. Tuttavia, le autorità europee hanno chiarito che non intende indebolire le leggi attualmente in vigore. Henna Virkunen, Commissario europeo per gli affari digitali, ha annunciato il 27 marzo in una conferenza stampa ad Amsterdam che l’UE rivedrà alcuni dei principali regolamenti, come il Digital Markets Act (DMA), il Digital Services Act (DSA) e le normative sull’intelligenza artificiale (AI), che attualmente disciplinano le aziende digitali.

Virkunen ha spiegato che l’obiettivo di questa revisione non è interferire con le attività delle imprese, ma piuttosto cercare modi per semplificare e ridurre i processi burocratici, in particolare gli obblighi di rendicontazione. Questo annuncio arriva dopo le crescenti proteste di aziende tecnologiche di grande rilievo, come Microsoft, Google, Apple, Meta e X (precedentemente Twitter), che, pur essendo soggette alla regolamentazione del DMA in qualità di operatori principali, devono anche fare i conti con il DSA, che riguarda le piattaforme di social media. Inoltre, essendo anche importanti attori nel campo dell’intelligenza artificiale, queste aziende si trovano vincolate dalle leggi che regolano il settore.

Le normative dell’UE sono diventate più severe dal 2023, con le aziende che hanno ricevuto avvertimenti e indagini per violazioni delle leggi, inclusi i rigidi regolamenti sulla protezione dei dati, come il GDPR. Di conseguenza, alcune aziende, come Meta, hanno ritardato il lancio dei loro servizi di intelligenza artificiale nell’UE, lamentando la duplicazione delle normative, con altre che hanno seguito l’esempio. Anche il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha criticato fortemente questa iniziativa.

Nonostante le lamentele, l’UE ha sottolineato che non intende abbassare il livello delle sue normative. Virkunen ha infatti ribadito che tutte le aziende che operano in Europa, comprese quelle americane e cinesi, devono rispettare le leggi locali, senza fare eccezioni.

Nello stesso giorno, è stato annunciato che l’UE sta anche valutando ulteriori misure di supporto per l’industria dei semiconduttori, in risposta alle richieste di questa industria e dei legislatori. A tal proposito, l’UE ha introdotto il “Chips Act”, un’iniziativa che prevede un investimento di 43 miliardi di euro a partire dal 2023, con richieste recenti per la creazione di un “Chips Act 2.0” per rafforzare ulteriormente questa legge.

Di Fantasy