Gli Stati Uniti, il Regno Unito e l’Unione Europea (UE) hanno firmato un trattato internazionale storicamente significativo per regolamentare l’intelligenza artificiale (IA). Questo accordo, denominato “Accordo quadro su intelligenza artificiale, diritti umani, democrazia e stato di diritto”, è il primo del suo genere a essere giuridicamente vincolante.
L’accordo mira a promuovere l’innovazione tecnologica nell’IA mentre si controllano i rischi associati. Si concentra sulla protezione dei diritti umani e sulla responsabilità delle aziende di IA nello sviluppo della tecnologia. Il trattato include norme che coprono l’intero ciclo di vita dei sistemi di IA, dalla creazione allo smaltimento, per prevenire violazioni dei diritti umani.
Oltre agli Stati Uniti, Regno Unito e UE, hanno partecipato anche la Norvegia, la Repubblica di Moldova, San Marino, Islanda, Andorra, Israele e Georgia. Il trattato impone alle aziende e alle istituzioni di valutare e rendere pubblici i potenziali impatti delle loro tecnologie di IA e di informare il pubblico quando interagiscono con sistemi di IA.
Peter Kyle, ministro britannico della Scienza, ha sottolineato l’importanza di questo accordo come un passo globale nella regolamentazione dell’IA. Tuttavia, alcuni esperti, come Francesca Panucci dello European Nonprofit Legal Center (ECNL), hanno espresso dubbi sull’efficacia dell’accordo. Le critiche si concentrano sulla mancanza di sanzioni specifiche e sull’ampiezza e le riserve dei principi dell’accordo.
Il trattato entrerà ufficialmente in vigore il 1° del prossimo mese. Il Consiglio d’Europa istituisce una Conferenza delle Parti per monitorare l’attuazione delle disposizioni e garantire che le norme siano rispettate.