Microsoft sta sperimentando in Windows 11 una serie di novità che sembrano piccole a prima vista, ma che hanno il potenziale per cambiare profondamente il modo in cui interagiamo con i nostri file. L’articolo di Red Hot Cyber descrive come la nuova funzione “Azioni AI” integrata in Esplora File permetta di usare l’intelligenza artificiale per operazioni che prima richiedevano l’apertura di app esterne: modifiche di immagini, sfondi da rimuovere, oggetti da cancellare, sfocature… tutto direttamente dal menu contestuale. È la promessa di un sistema più fluido, più intuitivo, meno spezzato in finestre, app e passaggi separati.
La funzione “Azioni AI” lavora per ora con immagini nei formati JPG, JPEG e PNG. Significa che, quando fai clic con il tasto destro su uno di questi file dentro Esplora File, puoi scegliere azioni intelligenti come rimuovere lo sfondo (usando Paint), eliminare oggetti indesiderati dall’immagine tramite l’app Foto, sfocare lo sfondo per mettere in risalto il soggetto, oppure usare la ricerca visiva tramite Bing Visual Search per identificare oggetti, punti di riferimento o elementi simili presenti nel web.
Questo cambiamento aggiunge due cose che molti utenti oggi danno per scontate nei propri flussi di lavoro, ma che non erano integrate nel sistema operativo: immediatezza e integrazione. Non serve più salvare un’immagine, aprirla in un editor, fare la modifica, salvare di nuovo, tornare al file; ora gran parte della procedura può essere effettuata direttamente nell’Esplora File. È una differenza sottile ma capace di far risparmiare tempo, ridurre interruzioni e magari anche sbattimenti per chi lavora spesso con immagini.
Per poter usare queste azioni è necessario far parte del programma Windows Insider, nella versione Preview Build 27938. Una cosa interessante che emerge è che Microsoft introduce anche una sezione di sistema in “Privacy e sicurezza” dove l’utente può vedere quali applicazioni di terze parti hanno usato modelli di intelligenza artificiale generativa locale e gestire i permessi per queste app. Questo dà un grado di trasparenza in più, utile per chi tiene alla propria privacy.
Questa innovazione può sembrare modesta, ma ha implicazioni più profonde. Da un lato, sposta sempre più funzioni “intelligenti” vicino all’utente, dentro l’ambiente in cui si lavora, riducendo la necessità di passaggi esterni. Questo rende il sistema operativo non solo un contenitore di file, ma uno strumento più attivo, che cerca di capire il contesto per offrire utilità. Dall’altro lato, è un segnale di quanto l’intelligenza artificiale stia diventando parte integrante delle operazioni più quotidiane, anche le più banali — modificare una foto, organizzare documenti — funzioni che fino a poco tempo fa richiedevano software specializzati.
Inoltre, dall’aspetto della sicurezza arriva un avvertimento implicito: usare l’IA localmente (cioè i modelli che girano sul PC, non solo in cloud) è considerato più sicuro da molti utenti perché riduce il trasferimento di dati su server esterni. E la possibilità di monitore quali app abbiano accesso alle funzioni AI è un passo verso un utente che non è solo destinatario, ma parte attiva del controllo delle proprie informazioni.
Non tutto è perfetto. Prima di tutto, le azioni attive oggi sono poche e riguardano solo immagini; non è chiaro se e quando Microsoft estenderà tale integrazione anche ad altri tipi di file o operazioni complesse (es. documenti, video, archivi). Anche la precisione della rimozione oggetti o sfocatura può variare molto, specie con immagini complesse o soggetti che interagiscono in modo intricato con lo sfondo. Un’altra questione è la potenza hardware: funzioni AI locali richiedono risorse sufficienti; su PC meno recenti o con hardware modesto potrebbero non funzionare bene o causare rallentamenti.
Inoltre, resta la domanda su come Microsoft bilancerà la privacy con le prestazioni: i modelli locali occupano spazio, richiedono aggiornamenti; e anche se i dati non escono dal PC, resta importante che non ci siano comportamenti indesiderati nelle app che utilizzano l’AI generativa. L’utente che controlla i permessi è un buon inizio, ma serve anche che sia chiaro come funzionano questi modelli, che criteri usano, quali dati usano per “imparare” o migliorarsi.
Con “Azioni AI”, Windows 11 si muove verso un’idea di sistema operativo che non è più solo contenitore e gestore di file, ma partner proattivo: suggerisce, facilita, alleggerisce le operazioni ripetitive e annodate. È un’evoluzione quasi scontata, ma che fino a oggi mancava: integrare l’intelligenza artificiale in parti dell’uso quotidiano che prima erano statiche.
Questo aggiornamento non trasforma radicalmente Windows, ma segna una tappa importante nel percorso verso computer più “intelligenti” non soltanto perché fanno cose che prima non potevi fare, ma perché fanno cose che dovresti sempre poter fare in modo più immediato, più integrato, più umano.