Immagina un luogo dove la lingua italiana non è solo parlata o scritta, ma anche modellata e valorizzata da strumenti digitali intelligenti. In Puglia, questa visione ha appena iniziato a prendere forma grazie a una collaborazione innovativa tra Regione, Università di Bari e Treccani: un’iniziativa dedicata a potenziare l’intelligenza artificiale con la ricchezza e la precisione del lessico italiano.
Il cuore del progetto è un protocollo d’intesa approvato dalla Giunta della Regione Puglia, che coinvolge l’Italia geografica e culturale in una sfida digitale. L’obiettivo? Avviare una sperimentazione di intelligenza artificiale generativa, pubblica e open source, pensata per “addestrare” i modelli alla lingua italiana.
A fornire i contenuti è Treccani, che mette a disposizione 500 lemmi selezionatissimi — una base lessicale pensata per infondere nell’IA consapevolezza linguistica e profondità culturale.
Al centro della sperimentazione c’è LLaMAntino, un modello linguistico open source sviluppato dall’Università di Bari e definito tra i più avanzati in italiano. È come insegnare a una mente artificiale a distinguere le sfumature del vocabolario e i riferimenti culturali, basandosi su fonti rigorose come quelle di Treccani.
Il protocollo ha durata triennale, non comporta costi per le parti coinvolte, né vincoli d’esclusività. La Regione coordina l’intero progetto; l’Università di Bari guida l’implementazione tecnica; Treccani fornisce il patrimonio linguistico. Un esempio concreto di come istituzioni pubbliche collaborino per un obiettivo culturale e tecnologico condiviso.
Questa iniziativa non è solo territoriale, ma guarda al contesto europeo: si allinea infatti con l’AI Act dell’UE — la norma che regola l’uso dell’intelligenza artificiale a livello europeo — e con la Strategia italiana per l’intelligenza artificiale. Così, la Puglia si conferma come una delle prime regioni in Italia a muoversi in questa direzione, dimostrando come tecnologia e tutela della cultura possano camminare insieme.