L’auto come medium, non soltanto mezzo di trasporto: è questa l’idea audace che sta dietro alla novità annunciata da Opel, che unisce intelligenza artificiale e illuminazione per far “parlare” i veicoli autonomi con chi li circonda. È un piccolo salto concettuale, ma ricco di implicazioni: da semplice componente tecnica l’illuminazione diventa strumento di interazione, sicurezza e fiducia.
Quando si guardano le auto, la luce è sempre stata uno degli elementi più considerati: fari che penetrano l’oscurità, indicatori che segnalano intenzioni, luci posteriori che comunicano la presenza. Ma Opel vuole qualcosa in più: pensa a un sistema in cui le luci non solo illuminano, ma trasmettono segnali comprensibili, reagiscono all’ambiente e avvertono in modo visivo chi è attorno al veicolo. Questo è il cuore della “comunicazione luminosa” basata su IA annunciata di recente.
L’innovazione è stata presentata al Simposio Internazionale sull’Illuminazione per le Automobili, a Darmstadt, dove Opel ha mostrato un prototipo Grandland dotato di sistemi di rilevamento e “firme luminose” capaci di dialogare con pedoni, ciclisti, altri veicoli. Questa ricerca nasce da una collaborazione iniziata nel 2022 tra Opel, Stellantis e il TU Darmstadt, con il supporto della rete OpenLabs del gruppo.
L’obiettivo è sviluppare un veicolo che in modalità autonoma (livello SAE 3) possa comunicare in modo chiaro e intuitivo ciò che “fa”, ciò che percepisce e quali intenzioni ha.
Nel prototipo, il veicolo può assumere vari stati luminosi. In modalità autonoma, gli indicatori lampeggiano in ciano, un colore scelto perché poco utilizzato dalle automobilistiche, così da evitare confusione. Se un pedone viene identificato nella traiettoria, l’illuminazione cambia in magenta, accompagnata da un rallentamento del veicolo e un messaggio visivo sul display che mostra un “semaforo verde/rosso” — in pratica il veicolo “dice”: fermo / puoi attraversare.
Quando il pedone attraversa, l’illuminazione diventa verde e sul frontale appare un omino stilizzato che invita ad attraversare. Questo linguaggio visivo vuole essere universale, chiaro anche per chi non conosce il veicolo o la tecnologia sottostante.
Ai lati del veicolo, le porte o superfici esterne potrebbero illuminarsi per avvisare di passaggi ciclistici o altri ostacoli. La luce diventa così non solo “illuminatrice”, ma “parlante”. È un’idea che porta l’auto a interagire, a rendere visibili le sue intenzioni.
Naturalmente, siamo davanti a un prototipo: non è un prodotto commerciale, ma una piattaforma di sperimentazione. Il veicolo esposto serve a verificare come le persone reagiscono a segnali luminosi, a testare se le luci “parlanti” sono intuitive, se i colori e le animazioni sono interpretati correttamente e se possono ridurre ambiguità nei rapporti tra auto autonome e utenti della strada.
Inoltre, il progetto comprende studi accademici e dottorati finanziati, a conferma che Opel mira a sviluppare questa tecnologia su un orizzonte più lungo.
L’evoluzione parte da una lunga tradizione: Opel non è nuova nel proporre fari evoluti. Sistemi come Intelli-LED, Intelli-Lux Matrix e Pixel Light sono già presenti nella gamma del marchio. La “comunicazione luminosa” rappresenta un salto evolutivo, che prende quelle basi tecniche e le fa parlare.