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Nella sua storia ultracinquantennale, Tata Consultancy Services (TCS) non aveva mai operato una riduzione così massiccia di personale in un solo trimestre. Eppure, nell’ultimo rendiconto finanziario, l’azienda ha annunciato che, tra licenziamenti e dimissioni volontarie, ha diminuito la sua forza lavoro di 19.755 persone, un calo netto pari al 3,2%, portando il numero complessivo di dipendenti sotto le 600.000 unità per la prima volta dal 2022.

Questo evento ricorre in un momento storico in cui le tecnologie di intelligenza artificiale e automazione stanno trasformando profondamente il settore IT globalmente. Per TCS, leader tra le società indiane di servizi tecnologici, la riduzione del personale è stata accompagnata dall’accantonamento di circa 11,35 miliardi di rupie per coprire i costi di buonuscita legati al processo.

Quando il Direttore delle Risorse Umane Sudeep Kunnumal è stato interrogato sulle motivazioni di questo drastico taglio, ha indicato che i ruoli medi e senior sarebbero stati particolarmente colpiti, per una “discrepanza nelle competenze” rispetto alle esigenze emergenti del mercato. La società ha dichiarato che si trova circa a metà del percorso per ridurre del 2 % la forza lavoro entro marzo dell’anno fiscale successivo.

Ma questa mossa non può essere compresa senza inserirla nel contesto geopolitico e tecnologico attuale. Le relazioni fra India e Stati Uniti sono tese, e alcune politiche americane — come l’inasprimento delle condizioni per i visti H-1B — spingono le società indiane a ripensare il modello di outsourcing. Nell’analisi di Bloomberg, si segnala come TCS stia cercando di “localizzare” parte del suo organico sul suolo statunitense, riducendo la dipendenza da visti di lavoro internazionali.

Gli analisti di Citigroup hanno osservato come questo taglio drastico sia un segnale che le condizioni di business stanno rallentando, e che i profitti del trimestre siano stati colpiti non solo dalle svalutazioni e dal rallentamento della domanda, ma anche dal pesante onere rappresentato dalle spese una tantum legate ai licenziamenti.

In un articolo di Tech in Asia, si sottolinea come questo taglio record rifletta una svolta nella percezione: le competenze tradizionali di delivery, manutenzione e outsourcing a basso costo stanno cedevendo il passo a servizi intelligenti, analitici, automatizzati, dove conta la qualità delle competenze, non il numero degli impiegati.

Questa decisione — dolorosa per migliaia di persone — ci consegna una fotografia chiara: i giganti IT dell’India non possono più contare soltanto sulla dimensione del capitale umano. Devono trasformarsi, puntare su modelli di lavoro “data-driven”, valorizzare ingegneri con competenze in AI, ML, infrastrutture cloud e automazione.

Di Fantasy